BENVENUTO TRA NOI, DON MIMMO!



Miei Cari,
Finalmente il nuovo vescovo è tra noi. Lo abbiamo atteso da diverso tempo, dopo la fulminea scomparsa di don Gino. Chi è? Lo conosciamo? Un po’ sì. Anzi lo attendevamo prima dello stesso don Gino e il nostro Gruppo Famiglia beneficiò di una giornata di spiritualità da lui presieduta nell’anno 2000 a Calentano. Ripeterà i gesti di Don Tonino? Noi ce lo auguriamo anche se non ha i carismi di lui. I carismi sono personali e sono anche il frutto della propria specifica cultura, della particolare sensibilità, del dono di Dio. È certo però che egli è stato mandato per fare l’unità della comunità, della Diocesi e aiutare ad aprire la comunione tra le varie parrocchie e i gruppi dei fedeli. Però dobbiamo intenderci. L’unità è un risultato. Non la fa il Vescovo da solo, alzando ed imponendo il pastorale. Non è un atto meccanico. Ma un atto libero e della comunità: quindi qualcosa che fa il vescovo e particolarmente i membri di essa, non solo aprendoci all’obbedienza di indirizzi pastorali dati dal vescovo, ma anche offrendo quello che scaturisce dalla propria interiorità quale contributo della crescita della propria personalità. Quindi al vescovo don Mimmo che arriva vanno presentati i doni di un contributo parrocchiale, perché egli possa raccogliere
, consacrare e sigillare una unità che viene dalla base e che in lui acquista il carattere dell’unità della Chiesa. L’offerta più significativa che potremo offrirgli è quella dell’impegno  di ognuno e dei vari gruppi esistenti in parrocchia: da quello degli adulti, dei giovani di A.C.I., del gruppo famiglia, da quello Eucaristico o di P. Pio al Cammino Catecumenale o dal sodalizio di S. Rocco o l’Associazione della Madonna del Buon Consiglio. Ognuno di noi cresce chiudendosi nel silenzio, contemplando Cristo, aderendo a Lui, allargando il proprio cuore verso le dimensioni del Cuore di Cristo, come affermava Santa Caterina Volpicelli alle sue Ancelle. Tale dilatazione del sentire avviene dentro di sé, ma a contatto intimo con il Signore. È alla radice della comunione con gli altri, con la collaborazione e la solidarietà. Può essere un espandersi verso la Comunità; un camminare e un cooperare con esso. Può essere un attuare un piano concordato con il parroco, una rivisitazione del Sinodo Parrocchiale che volemmo osare vent’anni or sono (199495). Il tutto a favore della parrocchia o delle istituzioni sociali della famiglia, della scuola o del mondo del lavoro. Tanto può e deve essere pensato e voluto nell’ambito pastorale del Vescovo, sottoposto alla sua conoscenza, inserito in un ordinamento che fa capo a lui. Tutto questo ha una ispirazione che ha un’anima: l’Amore di Dio sensibilmente espresso dal nostro vescovo don Mimmo nel suo motto episcopale “Servire Domino in laetitia” servire cioè il Signore nella gioia, quella gioia che traspare dal volto del nuovo vescovo che arriva e che torna ad essere confinante con la nostra città di Ruvo, tanto vicina per la fede, l’operosità, l’audacia e l’impegno della «confinante» città di Altamura da dove Egli proviene. Credo sia l’auspicio di tutta la nostra comunità e l’augurio al novello vescovo che viene tra noi.
                                                                                            Don Vincenzo