Scrivo anche a nome di alcune colleghe insegnanti. Insieme, quando ci è possibile, una volta al mese cerchiamo di fare nostra la Parola di Dio, come ci è suggerito dai nostri pastori, leggendo qualche pagina della Bibbia. Avendo trovato delle schede bibliche nella libreria cattolica della nostra diocesi, ci siamo orientate per quest’anno sul libro del Deuteronomio. Abbiamo cercato dei riferimenti per la nostra vita, ma come mai nell’Antico Testamento ad ogni pagina si leggono interventi di Dio miracolosi, parole di incoraggiamento, di rimprovero, minacce di castighi, condanne a morte… Ed ora Dio sembra tanto lontano e assente dai nostri problemi. Quando poi Dio si è presentato vendicativo e quasi sadico nel minacciare castighi, siamo rimaste perplesse specie confrontando questa presentazione che Dio fa di Sé con quella di un Dio tutto misericordia del Nuovo Testamento e poi Dio è immutabile, invisibile, inamovibile e nell’Antico Testamento è sempre presente? A volte, per questi pensieri che vengono in mente sembra di bestemmiare: è così?
Molte domande ci venivano consultando libri scolastici di letteratura, dove gli episodi della Sacra Scrittura vengono proposti come miti alla pari dei miti della Grecia, dell’Egitto, dei popoli orientali.
Conosce qualche libro che potrebbe servire per chiarirci le idee? Per ora abbiamo deciso di rivolgere il nostro lavoro su altri libri non storici (per quelli storici abbiamo capito che ci vorrebbe un cardinal Ravasi tascabile) come salmi e libri sapienzali…
Perdoni se ci siamo espresse confusamente, ma leggiamo sempre il Bollettini Salesiano che una delle nostre colleghe riceve avendo il marito exallievo di un collegio salesiano. Nella speranza di una risposta per tutte.
“Fare nostra la Parola di Dio”, come lei scrive, vuol dire amarsi della torcia della fede vissuta nella Chiesa e munirsi di idonei strumenti culturali che possano abilitarci nella comprensione e orientarci in un autentico ginepraio fatto di mentalità, leggi, costumi, tradizioni, linguaggi, modi di esser diversi e lontani dalla nostra realtà. Questo perché la Bibbia non è stata scritta da angeli, ma da uomini di diversa estrazione sociale e culturale vissuti in un arco di tempo che abbraccia oltre mille anni. I generi letterari da loro usati svariano dalla storia alla raccolta di leggi, dal genere profetico al poetico lirico, al sapienzale, all’epistolare ed all’apocalittico.
Gli autori sacri si esprimono mediante paradossi, miti, allegorie, parabole, racconti edificanti, e narrazioni, a volte, , crudeli e ripugnanti al nostro modo di vedere. Dio nella Scrittura parla, come dice la costituzione dogmatica Dei Verbum al numero 12, “per mezzo di uomini ed alla maniera umana”. Di conseguenza, continua il testo conciliare, “l’interprete della sacra scrittura… deve ricercare con attenzione, che cosa gli agiografi in realtà hanno inteso significare e che cosa a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole”. Questo comporta un faticoso lavoro di studio e di meditazione individuale portato avanti con impegno ed umiltà, non nella solitudine ma accompagnati e guidati dal magistero della Chiesa. Nella Bibbia si parla di santità e di peccato, di odio e di perdono, di vendetta e di misericordia. In essa gli episodi edificanti si accompagnano a comportamenti obbrobriosi. Il Dio dell’Antico Testamento spesso fa suoi atteggiamenti e comportamenti, ben lontani dalla sua divina bontà, che sorprendono e lasciano perplessi. È il caso del Deuteronomio 23, 63-64 che lei cita. La Bibbia non l’agiografia di un dio buono ed impeccabile nelle sue relazioni, ma la storia appassionata di Jahweh che ama follemente il suo popolo e non esita, nell’educarlo, a fare suoi comportamenti e modi di esprimersi tipicamente umani per traghettarlo, lungo i secoli, dalle sponde della barbarie codificata nella legge del taglione, a quelle del perdono, della misericordia e dell’amore testimoniati da Gesù. Per aver “qualche libro che potrebbe servire per chiarire le idee” basta rivolgersi ad una buona libreria cattolica, dove troverà ampia possibilità di scelta e persone in grado di consigliarla adeguatamente.
Ermete Tessore
Docente di Filosofia e Religione