Miei Cari,
L’anno vecchio è alle spalle: Quanti incontri e quanti avvenimenti sono successi!
Alcuni belli che ci hanno fatto gioire; altri brutti che ci hanno preoccupato e rattristato. La storia di ciascuno di noi si è intrecciata con quella dei nostri amici, dei parenti e sicuramente con quella di qualcuno incontrato per la prima volta.
È stato un anno difficile, con la parola “crisi” che sbucava da ogni parte: dalle pagine dei giornali: nei discorsi alla tv e anche nelle chiacchiere della gente si sentiva ripetere in continuazione. Adesso siamo tentati di voler dimenticare quello che non ci è piaciuto e non è andato come avremmo desiderato.
Eppure tutto ciò che accade ha un senso e sarebbe un peccato - oltre che impossibile – pensare di poterlo cancellare. Piuttosto è bene provare a capire e giudicare quello che è successo, soprattutto in questo momento in cui si apre davanti a noi una nuova occasione. Eh, sì! Il nuovo anno, ancora neonato, si spalanca con tutte le sue opportunità e il nostro cuore è pieno di speranze e di propositi.
Speranza di stare bene, insieme alle persone cui teniamo, e speranza che accada qualcosa che ci sorprenda e ci renda contenti di alzarci la mattina, lavorare, coltivare le amicizie e le nostre passioni. E poi i propositi.
L’anno che è appena arrivato un po’ conosce già la sua strada, ma un po’ dovremo indicargliela noi.
Ciascuno di noi avrà di sicuro la possibilità di creare occasioni perché il tempo non passi invano e si possa crescere davvero.
Abbiamo ragione di indignarci nei confronti della corruzione pubblica e privata che anche lo scorso anno si è ben attestata sulla scena mediatica, oppure sbuffare davanti a una politica così litigiosa e inconcludente. Speriamo che un ritorno di saggezza si manifesti e si insedi nei palazzi del potere politico ed economico, anche sulla base degli appelli del Papa, del Presidente della Repubblica, di tanti vescovi e persone stimate e oneste.
Giungiamo, così, a un’ultima riflessione un po’ scontata. Ogni nuovo anno è una porzione di tempo che ci‘è offerta. E proprio perché il tempo non è “infinito” come l’eternità, ha in sé le stimmate della fine e, diciamolo pure(anche se questa parola è oggi esorcizzata), può avere in sé anche la morte.
L’augurio che, allora, vogliamo proporre a noi e a tutti, è quello che ci ha lasciato un grande pensatore come il cardinal Newman, beatificato da Benedetto XVI il 9 settembre scorso: «Non aver paura che la vita possa finire. Abbi invece paura che non cominci mai davvero».
Buon Anno a tutti.
Don Vincenzo