PERCHè SIA SEMPRE PASQUA

Miei Cari,
la Pasqua è un momento troppo importante e decisivo per non lasciare traccia nello spirito umano, né può non dire all’uomo angosciato e ferito nelle sue più profonde certezze la parola di speranza e di coraggio che lo solleva e lo rianima. Ancora una volta il canto dell’Alleluja e l’annuncio della risurrezione, il ricordo sempre vivo e sempre nuovo del Cristo che ritorna tra i suoi dopo lo scandalo della sua condanna e della sua morte in croce, risuona all’umanità come un canto di vittoria, come un segno di liberazione e di salvezza. Ancora una volta il mistero pasquale mette in risalto il valore della fede, il suo posto fondamentale nella vita del credente, la necessità urgente di una coerenza sempre più coraggiosa e decisa. È questa l’ora della fede in cui solo la Parola di Dio può illuminare la ricerca dell’uomo chiuso nei suoi ragionamenti e nelle sue esperienze limitate e soffocate nel piccolo orizzonte sensibile. Perché capire Gesù Cristo non è effetto di alta intelligenza o di particolare sensibilità: è l’effetto di una esperienza di vita! Il Cristo risorto annuncia all’uomo di sempre la certezza di una vita che va al di là della morte e di ogni morte e offre all’uomo il coraggio di credere a ciò che non vede, ma di cui avverte un estremo bisogno. La fede nel Cristo risorto riporta l’umanità a guardare più in alto e a trovare la forza, la voglia, i mezzi per risalire dall’abisso e cominciare un’epoca nuova, l’epoca dei figli di Dio. Ricordiamo, miei Cari, che la Risurrezione non è semplicemente il risvegliarsi del Corpo di Gesù chiuso nel sepolcro: è questo trapasso costante dalla morte alla vita che Egli ha operato. Ma io credo comunque che della risurrezione non possiamo parlarne adeguatamente: non possiamo che crederla. Sul punto di riaccendere il cero pasquale e intonare il canto dell’alleluja ricordiamo che ogni attimo della nostra esistenza è festivo e che il senso della Pasqua che celebriamo o è in tutti gli attimi o è un’illusione. Se anche di noi si potesse dire come di Gesù: «Camminò fra gli uomini facendo del bene e liberando tutti»! Questa è già una risurrezione, così come ogni miracolo che Gesù ha compiuto non è stato se non l’anticipazione dell’ultimo, la risurrezione. Sia così per ciascuno di noi: è questo il mio augurio!
Don Vincenzo



- 24 aprile - 40° Anniversario di Sacerdozio del nostro Vescovo Don Mimmo 
A lui vicinanza di preghiera e affetto per il suo servizio tra noi


PIAZZA CASTELLO E IL MANDATO DI DON TONINO

Il 20 aprile del 1993, dopo una lunga malattia, spirava l’amato don Tonino Bello. La Comunità tutta del SS. Redentore lo ricorda con rinnovato ed imperituro affetto, mentre rammentiamo le parole che ci rivolse, una sorta di mandato/missione, quello di uscire dalla sacrestia, dal tempio, per incontrare sulle pubbliche vie i nostri fratelli e le nostre sorelle, per intrattenersi con loro, ascoltarne i bisogni, condividerne le gioie e le speranze. Questa modalità di essere Chiesa trae nuovo vigore dal comportamento di papa Francesco, il quale non disdegna di incontrare la gente, specie quella parte di essa, sempre più consistente, che versa in condizioni di disagio. Don Tonino ci invitò quindi ad uscire dall’edificio per edificare i nostri fratelli e sorelle. Pochi giorni fa è stata restituita alla cittadinanza piazza Castello, ristrutturata dopo molti anni di promesse andate a vuoto. Le opinioni sui lavori di rifacimento divergono, vi sono i favorevoli e i contrari, coloro che disprezzano e coloro che apprezzano. A noi sembra che la rinnovata piazza Castello, su cui si affaccia il SS. Redentore, sia un’opera da apprezzare e di cui va dato atto all’Amministrazione comunale. La zona circostante, quindi anche piazza Cavallotti, sarà isola pedonale, ed è un piacere assistere sin d’ora allo scorazzare libero e sereno dei ragazzi, al passeggio dei nostri concittadini, ad una piazza che si riempie di gente che si incontra, dialoga, parla. La piazza è un luogo di aggregazione e che favorisce l’aggregazione nonché il nostro impegno a restare fedeli in qualche modo al mandato che ci fu conferito da don Tonino: “Comunità del Redentore, esci sulla Piazza per ascoltare l’ordine del giorno che la gente ti detta...”. È una piazza che è ritornata a vivere, checché ne pensi il critico d’arte Vittorio Sgarbi, del quale comunque rispettiamo il pensiero, espresso forse in modo poco ortodosso e civile. Per conto nostro, vigileremo su piazza Castello, la frequenteremo più spesso e volentieri, mettendo concretamente in atto quanto don Tonino ci suggerì sulla scia del suo personale esempio di uomo che amava chiamare per nome tutti coloro che incontrava.

 Il Consiglio Pastorale Parrocchiale



prima
dopo (2016)


LA PRIMAVERA DELLO SPIRITO

«Ragazzi, vi faccio anch’io tanti auguri. Tanti auguri di speranza, tanti auguri di gioia, tanti auguri di buona salute, tanti auguri perché a voi ragazzi e ragazze fioriscano tutti i sogni. Tanti auguri perché nei vostri occhi ci sia sempre la trasparenza dei laghi e non si offuschino mai per le tristezze della vita che sempre ci sommergono. Vedrete come fra poco la fioritura della primavera spirituale inonderà il mondo, perché andiamo verso momenti splendidi della storia. Non andiamo verso la catastrofe, ricordatevelo».
Con queste parole gravide di speranza don Tonino Bello si congedava da noi. Sono il suo testamento, il suo lascito ai giovani e a tutti noi che lo abbiamo stimato come uomo e come sacerdote e vescovo della nostra Diocesi. Esse risuonano attualissime in questi tempi sfregiati da guerre, migrazioni di massa, uccisioni, distruzioni, terrorismo. Sembra che la Terra sia stata messa a ferro e fuoco dagli ascari a servizio del Male, milizie armate fino ai denti che vogliono creare un clima di terrore e di continua tensione, di disperazione e paura. Quante volte sentiamo dire: questo mondo va a rotoli. E vanno a rotoli anche i rapporti umani in una società che il sociologo e filosofo polacco Baumann definisce “liquida”. Essi non si consolidano a causa del tarlo egoistico che rosicchia, giorno dopo giorno, la sfera dei sentimenti e della responsabilità. Se potessimo immaginare il concetto astratto di caos, potremmo intenderlo come qualcosa di sfuggente, di instabile, in opposizione all’ordine della natura delle cose voluto da Dio e disconosciuto dalla maggior parte degli uomini. L’ordine non presuppone totalitarismi o autoritarismi, ma l’uso responsabile della libertà individuale che, in una società che si rispetti, incontra la libertà altrui per comporre il mosaico comunitario del bene comune. La fase caotica è caratterizzata da incertezza e dallo sviluppo delle componenti tensive ed egoiche presenti nell’animo umano, frutto del cosiddetto peccato originale ed originante, quindi di una ribellione nei confronti del Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Questa ribellione continua tuttora, e ne è segno visibile la crisi planetaria che stiamo attraversando. Quando l’uomo si mette al posto di Dio, sconvolgendo le categorie del bene e del male, i frutti non possono che essere amari e mortiferi. Ma la perenne novità sta nel fatto che Dio non abbandona a sé stesso l’uomo peccatore, muove all’azione coloro che credono in Lui, sollecita alla conversione attraverso la preghiera e la carità. Non ricorrerà, come estremo rimedio, ad un secondo diluvio universale. Non ci sarà la distruzione di altre Sodoma e Gomorra. «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa», dice il Cristo a Pietro (Mt 16,18). Per quanto il male possa fare strepito, siamo sicuri che esso non prevarrà sulla nuova primavera spirituale evocata dal compianto don Tonino.

Salvatore Bernocco


CRONACA DEL PRIMO INCONTRO CON IL NUOVO VESCOVO DON MIMMO

Fu fissato per il giorno di San Giuseppe il primo incontro con il nuovo vescovo don Mimmo con la nostra comunità. Tutti i Gruppi, le Associazioni e i Movimenti come anche il Sodalizio di S. Rocco, furono presenti alla Messa pontificale da lui presieduta. Il parroco don Vincenzo accolse il vescovo che fece il suo ingresso in chiesa accolto da interminabili applausi. Durante la celebrazione egli ricordò del lavoro pastorale del parroco da lui conosciuto circa quarant’anni or sono. Il vescovo poi si soffermò a salutare tutti, con tutti dialogando, informandosi e benedicendo i tanti bambini a lui presentati. Dopo essersi soffermato con il Gruppo Famiglia parrocchiale e gran parte dei fratelli delle Comunità neo-catecumenali, l’Amministrazione della Confraternita di S. Rocco lo invitò a passare presso la chiesa di S. Rocco. Lì si intrattenne con fedeli e confratelli anche con questi dialogando mentre ammirava il gruppo statuario degli Otto Santi e la preziosa icona della Madonna del Buon Consiglio. Sembrò proprio non volersi distaccare dalla folla di fedeli e amici che lo attorniarono, meravigliandosi dei tanti fedeli che gremivano la nostra chiesa per venerare S. Giuseppe in quel giorno della sua festa liturgica. Si trattenne anche volentieri all’incendio di brevi giochi pirotecnici e al lancio di mongolfiere intorno alle 21,30. Unica nota stonata una processione imprudentemente fatta attraversare in Piazza Castello durante la solenne messa pontificale celebrata dal vescovo don Mimmo e alla cui incompatibilità ci fu la condanna da parte di chi non “volle ricordare” che il 19 marzo è stato da sempre il giorno della festa cittadina di S. Giuseppe. Ma i mezzi della comunicazione come avrebbero potuto montare e gonfiare in maniera inadeguata quanto era stato da tempo organizzato e realizzato “per quel giorno” in cui il novello vescovo veniva a incontrare i nostri della comunità del SS. Redentore?

Luca


Nel tempo e nello spazio di Dio

Proseguì e si intensificò maggiormente il lavoro circa la catechesi dei fanciulli che si accosteranno ai sacramenti in quest’anno. Anche per i loro genitori il parroco li introdusse al cammino quaresimale e a quello della Settimana Santa. Il Volontariato Vincenziano si preparò e celebrò la festa di S. Luisa il giorno 15. Nel frattempo ci preparammo alla solennità di S. Giuseppe, data del primo incontro con il nuovo vescovo don Mimmo. La Settimana Santa ebbe inizio con il rito della Benedizione delle Palme nella nuova piazza Castello. Alla presenza delle Autorità cittadine e di una numerosa partecipazione di popolo il nostro parroco don Vincenzo procedette alla benedizione della Piazza Castello che si è rifatta il look. Furono fissate 4 croci con rami di ulivo sui quattro punti. Sulla stessa piazza mosse la processione con le palme e il rientro in chiesa. La sera partecipammo alla Via Crucis guidata dal nostro vescovo. Poi fummo nella Cattedrale di Molfetta per la Messa Crismale la sera di mercoledì. Le condizioni atmosferiche impedirono la processione degli Otto Santi la notte del Giovedì Santo. Fu fatta invece dopo la Messa della cena del Signore la sera del Giovedì. I giovani animarono l’adorazione nella stessa serata. Alle 17,00 del Venerdì ebbe inizio l’Azione Liturgica e alle 22,00 del Sabato la Veglia Pasquale. In fraternità poi trascorremmo le varie serate delle feste di Pasqua. Intanto il parroco diede inizio alla visita annuale delle famiglie. Come ogni mese il gruppo eucaristico curò l’adorazione del primo Giovedì.

Luca