Via “S. Maria della Rigliosa”

riconsegnata doverosamente alla Vergine


Miei Cari,
quest’anno venticinquesimo del nostro camminare insieme viene a porre un altro bellissimo tassello che si aggiunge alla preghiera, all’impegno, alle iniziative pastorali registrate in questi stupendi anni: una strada del centro storico della nostra parrocchia viene riconsegnata alla Madonna. Sì, perché in quella via denominata nei secoli “Rigliosa” e deformata poi in “Rogliosa” esisteva una cappella dedicata a S. Maria della Rigliosa.
La scoperta è avvenuta da accurate mie ricerche storiche attinte dalla monumentale Platea della Arciconfraternita del Carmine di Ruvo in cui viene appunto annotata tale importante notizia. Era una prassi consolidata nel passato, quella di intitolare strade alla Madonna e ai santi. E nel territorio della nostra parrocchia sono tante le strade dedicate alla Annunziata, a S. Tommaso, a S. Antonio, a S. Caterina e a S. Giovanni Rotondo. Non si tratta di una riappropriazione indebita, ma è doverosa quella di dare alla Madonna un posto di onore in una strada di gente povera, ma buona, tanto devota alla Vergine che tornerà a benedire col suo materno sguardo quest’unica famiglia che vuole consacrarsi interamente a Lei.
Non ha voluto sottrarsi a questa gioia lo stesso nostro Vescovo don Gino che sabato 12 luglio sarà tra noi per benedire la Icona della Vergine che legittimamente si riappropria di questa strada e alla presenza del Sindaco di Ruvo e dei tantissimi parrocchiani e devoti della Madonna che le faranno festa.
Possa la Madonna della Rigliosa, che fa rima con “Donna Meravigliosa”, avvolgere nel suo manto non solo gli abitanti di quella strada ma tutta quanta la nostra comunità per ulteriori traguardi di bene e di una vita cristiana autenticamente vissuta e fortemente testimoniata.


Cordialmente
Don Vincenzo




O Vergine Maria,
astro lucente di pura bellezza,
Tu che hai attirato
lo sguardo compiaciuto di Dio
ed hai offerto il tuo grembo
per una maternità
destinata ad accogliere
ogni uomo ed ogni donna,
figli nel Figlio,
concedici,
Ti preghiamo,
la serenità del cuore,
lo slancio dell’amore verso i fratelli
e l’impulso della speranza
nell’arduo cammino della vita.
Amen.

Luigi Martella
Ruvo di Puglia, 12 Luglio 2008

BUONE VACANZE

“L’estate è un tempo propizio per avere momenti di pausa ristoratrice. È un tempo benedetto nel quale aumentano le possibilità di scelta nell’organizzare e vivere le proprie giornate e più numerose si fanno le occasioni per un rapporto disteso con il creato, con gli amici, con Dio. È una stagione nella quale l’espandersi del turismo culturale facilita la scoperta di altri popoli, culture e civiltà e allarga i confini dello spirito favorendo il rispetto per ogni uomo e la tolleranza verso sensibilità e valori differenti dai nostri. È anche uno spazio per forme di turismo religioso o per vere e proprie esperienze di spiritualità, che rispondono a un profondo bisogno del cuore e che aiutano ad aprire l’anima a quell’incontro con il creatore, nel quale essa trova vero riposo e gioia piena.
La Domenica costituisce come il paradigma di tutta l’estate. Siamo allora tutti invitati a far sì che l’Eucaristia della Domenica sia davvero il Cuore vivo e palpitante di tutta la nostra estate. E perché il nostro sia “un ‘Giorno del Signore’ lungo tutta una estate”, il nostro anno di lavoro e di fatica sfoci nell’incontro con Dio, per esprimergli il ringraziamento e la gioia di aver goduto dei frutti della terra, dei prodotti dell’ingegno dell’uomo, della solidarietà e della collaborazione che ci costruisce come famiglia umana incamminata a fare “cieli nuovi e una nuova terra”, di cui l’Eucaristia è il segno e la risorsa.
Non manchino veri e propri momenti di riposo, nei quali liberarci dalla schiavitù di una indebita assolutizzazione del lavoro e del profitto. Godiamo, se ne abbiamo la possibilità, del creato, della sua bellezza e dei suoi beni. Diamo spazio anche a forme di sano divertimento e a momenti di relazioni gratuite. E tutto questo concorra
a dare alla nostra estate anche la dimensione della festa, di una festa radicata nella gioia cristiana della comunione con Dio.
Alle famiglie vorrei suggerire la visita a qualche Santuario, la sosta di alcuni giorni nei monasteri per momenti di condivisione spirituale, un soggiorno in quelle “case per ferie” che curano l’accoglienza fraterna, attente ai bisogni di serenità e di riservatezza che le nostre famiglie ricercano per una vacanza positiva e salubre per l’anima.
Ai fedeli rivolgo l’invito a non “dimettere” la fede in tempo di vacanza, ma a divenire testimoni e missionari di quei valori umani e cristiani che sono il “sale” e la “luce” in una cultura sempre meno intrisa di fermento evangelico. Buona estate a tutti!”


Card. Dionigi Tettamanzi


Nessuno metta mani sbagliate su don Tonino Bello

Caro direttore, avrei fatto volentieri a meno, mi creda, di scriverle queste righe.
Purtroppo, però, noto, con disappunto e amarezza, che la campagna elettorale si avvale di affermazioni e di “testimonianze” che rendono patetico e non degno di credibilità il tentativo di accaparrarsi il voto cattolico.
Sono un consigliere provinciale di terra di Bari. Ma parlo da amico e medico personale di mons. Antonio Bello, grande figura di vescovo, che dà lustro alla Chiesa ed è fonte di ispirazione per tutti coloro che, come lui, vogliono inerpicarsi sui terreni impervi della pace ispirandosi al Vangelo della carità e della gioia. Il suo nome viene però invocato a testimonial di un’appartenenza e di un credo politico-religioso che dovrebbero godere di ben altre conferme.
Io ho accettato la candidatura alla Provincia a patto che nessuno facesse menzione dello stretto legame di amicizia intercorso tra me e don Tonino, pena il mio immediato ritiro.
Non ho la pretesa che i “figliocci”, che spuntano come funghi in periodo elettorale, adottino lo stesso comportamento. Ma il rispettoso silenzio, questo sì, lo posso esigere!
Tra le mie braccia è spirato il grande Vescovo della carità e della pace guardando, per l’ultima volta, il dolce volto della Madonna delle Grazie di Ruvo di Puglia. Chiunque voglia trovare conforto e serenità di animo vada a trovarlo, si inginocchi sulla sua tomba e si immerga nella preghiera che, per un credente vero come don Tonino, è l’unico tramite tra Dio e la coscienza dell’uomo.


Dott. Domenico Cives
dalla Gazzetta del Mezzogiorno

EMERGENZA EDUCAZIONE

Vi è una grande emergenza educativa in tutto l’Occidente. Ne ha parlato di recente il Santo Padre Benedetto XVI, il quale ha evidenziato la necessità di mettere al centro del progetto educativo delle giovani generazioni “qualcosa di valido e di certo”, meglio Qualcuno, “la via che conduce alla vita”, il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Il relativismo e l’esasperato individualismo hanno ridotto in cenere determinati valori che sono a fondamento della civile convivenza. Valori civili e valori religiosi insieme, perché il credente è colui che ama la sua città, che promuove percorsi di civile convivenza a partire dal vangelo, la Buona Novella, che ha in sé proposte che favoriscono il bene comune. Il decalogo e le otto beatitudini edificano la civiltà del bene, l’amore per ogni uomo, che poi è il passaporto per la vita eterna. Un buon educatore è chi fornisce non soltanto nozioni ma anche provocazioni sulle grandi e decisive domande della vita, sul suo senso profondo. Se la cultura odierna tende a dimenticare l’oltre e a stagnare sull’oggi, circondandolo di pessimismo e di un diffuso e sottile nichilismo, all’educatore cristiano compete l’ardua e bella impresa di testimoniare la vita, di rendere testimonianza al Risorto con l’esempio e la parola, avendo verso i ragazzi e i giovani gli stessi sentimenti che furono di Cristo. Qualche giorno fa si parlava con Renato Brucoli della capacità che aveva il Servo di Dio Don Tonino Bello di valorizzare i talenti dei giovani, di farli emergere, di iniettare in essi il seme della fiducia nelle proprie capacità e quindi nel futuro. Ecco, gli educatori dovrebbero essere come Don Tonino, un amico affidabile nel quale si poteva toccare con mano l’amicizia di Gesù.


Salvatore Bernocco

I facili applausi sono consensi di comodo

È utopico pensare che, amando il mondo, il mondo si converta in modo automatico, cioè senza tragedia. Amare il mondo può anche significare scatenare l’odio del mondo verso la Chiesa. È la storia della Chiesa, e soprattutto la storia dei santi, a confermarci continuamente che la Chiesa trasforma il mondo assumendo la reazione peccatrice del mondo, allo stesso modo di Cristo, di cui essa è il corpo (cf Col 1,24). (…) Anzi, più la Chiesa vive consciamente e autenticamente di Cristo, più il mondo non lo sopporta. Ma è allora che in misura sempre maggiore si rivela la pentecoste della Chiesa che la fa continuamente risorgere e progredire. (…)
Ora, il martirio passa dal suo aspetto fisico alla sua dimensione spirituale, morale e culturale.
Cercare gli applausi, le approvazioni, non fa parte del cammino spirituale, perché non fa parte dell’amore. È l’amore del Padre in ultima istanza il motivo del dramma del cristiano nel mondo, perché salva il cristiano dalle reazioni, pur logiche e comprensibili, alla opposizione del mondo.
Secondo una certa logica del mondo è grande chi reagisce, chi è forte, chi “picchia di più”. Ma l’amore sconfessa questa mentalità con la capacità risurrezionale che gli è intrinseca. Perciò il forte è il debole agli occhi del mondo e il felice è lo
sconfitto dal mondo.(…)
Il perseguitato a causa dell’amore è sempre una rivelazione dell’amore. La Chiesa sa che l’esito vero e definitivo della storia e di tutte le storie si realizza attraverso la croce e, nella luce dello Spirito Santo, si dischiude fino alla realtà escatologica, cioè che la verità delle azioni degli uomini non si esaurisce qui, ma affonda nella rivelazione della parusia. I facili applausi, le approvazioni superficiali, i consensi di comodo sono luccichii dell’ingannatore. Si può amare il mondo, lavorare per il mondo e riscuotere un certo successo. Eppure, nell’ottica spirituale, tutto questo non significa ancora quella missione maturata nell’amore che porta frutti che rimangono, perché è impossibile saltare dal giovedì santo alla domenica mattina senza vivere la passione e la morte del venerdì e il silenzio e l’attesa del sabato. Solo una missione impastata con l’amore del venerdì e del sabato santo genera per la risurrezione.


Marko Ivan Rupnik
(da: Cerco i miei fratelli - LIPA)

“TRA I RICORDI”

Una bella testimonianza di Don Vincenzo Pellegrini
su Mons. Tonino Bello, consegnataci in occasione
del XXV anniversario di parrocato




Tanti hanno scritto e scriveranno note, approfondimenti, studi, sulla fulgida figura del compianto Don Tonino Bello, prematuramente spirato nel 1993, che ha segnato di sé, della sua bontà ed intelligenza la nostra Chiesa locale. Ad essi va ad aggiungersi, ma da una prospettiva diversa, quella dell’amicizia sacerdotale, Don Vincenzo Pellegrini, che ha buttato giù, con semplicità e sentimenti di affetto, poche quanto intense pagine intrise di ricordi, con semplicità e spontaneità. Lo ha fatto in coincidenza col XXV anniversario di parrocato, a cui fu destinato proprio da Don Tonino nel 1983. Il testo “Tra i ricordi”, edito per i tipi della Ed Insieme si apre con una presentazione di Mons.Capovilla, che fu Segretario particolare di Giovanni XXIII, e l’intro-duzione di Mons. Tridente, che fu vicario anche con Don Tonino. Sono pagine che si leggono d’un fiato, piccoli tasselli di un mosaico che ci consegnano un Uomo ed un Vescovo che non si comportò da controllore ed amministratore del sacro, ma da amico dei sacerdoti e degli ultimi.

S.B.

VIA MADONNA DELLA RIGLIOSA

e una rinnovata richiesta al Sindaco di Ruvo

Il prossimo 12 luglio una stupenda immagine col titolo di Madonna della Rigliosa verrà scoperta nel centro storico, per l’appunto in Via Rogliosa, che a Ruvo ha fama negativa, non già per colpa di chi ci abita, ma di una certa stupidità popolare che affibbia vizi e conia appellativi che poi si tramandano di padre in figlio. Molte famiglie ruvesi sono indicate con nomignoli di strana origine, e allo stesso modo quella antica via, dove alloggiavano famiglie poverissime che vivevano nella promiscuità e si lasciavano andare alle ciarle. Insomma a Ruvo Via Rogliosa è sinonimo di bassofondo, di ghetto paesano, di sporcizia e scarso decoro e pettegolezzo. Tutto il peggio si concentrava lì, cosa assolutamente priva di fondamento. Era (ed è) una zona del centro storico abitata da molta gente di modeste condizioni economiche, ma da questo a farne l’icona del peggio, ce ne passa. Un significativo risarcimento a questi nostri concittadini di ieri e di oggi, ad un tempo religioso e morale, viene dalla lodevole iniziativa di allocarvi l’immagine della Madonna della Rigliosa, che in quei vicoli era venerata proprio da quelle persone a cui si attribuivano non proprio specchiate virtù. Sarà un momento di grande importanza anche sotto il profilo civile, un modo per mettere al centro dell’attenzione della cittadinanza e delle istituzioni locali la zona antica di Ruvo, che necessita di tornare viva e vegeta e di restauri, come del resto la centrale Piazza Castello, che va messa a nuovo senza indugi. Non è decoroso che una piazza centrale sia ridotta in condizioni disastrose e che rappresenti una insidia per chi dovesse attraversarla.
Non è un bel biglietto da visita, anzi è un pessima cartolina di Ruvo. Non possiamo che apprezzare il rifacimento di Piazza Dante, tuttavia ci permettiamo di ricordare sommessamente al nostro Sindaco che il restauro di Piazza Castello costituiva una priorità, forse la prima.
Siamo certi che lo sia ancora? Possiamo contarci? Ci auguriamo di sì. Nell’attesa ci godiamo il ritorno di Maria, Madre dei poveri, a Via della Rogliosa, l’affidamento di una icona così antica ad una fetta di popolo che, ne siamo certi, ne avrà somma cura. E se si provvedesse a cambiare Via Rogliosa in S. Maria della Rigliosa?


Filoteo

Nel Mese

Abbiamo salutato il mese eucaristico di giugno con la Prima Comunione di venti nostri bambini, mentre nel pomeriggio la Comunità ha partecipato alla Processione Eucaristica per l’Ottavario del Corpus Domini.
Intanto si sono fatti i vari incontri per il consuntivo delle attività svolte in ogni
settore dalla pastorale, dai catechisti,alla Caritas, all’A.C.I..
Una giornata di spiritualità, invece, è stata vissuta a Coppa dalle sorelle del Volontariato Vincenziano; ha parlato il parroco che ha poi celebrato l’Eucarestia.
Fervono i preparativi per Sidney. Se ne sta parlando anche tra i nostri giovani dell’evento e con gioia parteciperanno al raduno mondiale le nostre Adele e Alessandra della 2^ Comunità del Cammino neo-catecumenale. Molto partecipata è stata poi la tredicina in onore di S. Antonio, mentre il giorno 21 la Comunità si è riunita in preghiera per il nostro vescovo don Gino.
L’adorazione Eucaristica ha dato inizio e conclusione al mese di giugno. Il 30 c’è stata la celebrazione solenne e l’Atto di Consacrazione al S. Cuore. Il 28, inoltre, il parroco e rappresentanti della comunità si sono recati a Molfetta per la celebrazione conclusiva della Visita Pastorale da parte del vescovo e l’inizio dell’Anno di S. Paolo nel bimillenario della nascita.


Luca


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La scomparsa di due grandi Amici della nostra Comunità:
P. Francesco Gagliardi, anni 96, 17/5/08
Don Vincenzo Mundo, anni 88, 7/7/08
Più volte predicatori in parrocchia e tanto vicini al parroco don Vincenzo per essere
stati, il primo suo Direttore Spirituale nel Seminario Regionale e il secondo Rettore
nel Seminario Vescovile interdiocesano in Bitonto. Il Signore conceda ad essi il
premio dei giusti servitori del Vangelo.



P. Francesco Gagliardi e D. Vincenzo Mundo con il nostro parroco,
festeggiato per l’Onorificenza Pontificia conferitagli da Giovanni Paolo II (25 luglio 1999).