EMERGENZA EDUCAZIONE

Vi è una grande emergenza educativa in tutto l’Occidente. Ne ha parlato di recente il Santo Padre Benedetto XVI, il quale ha evidenziato la necessità di mettere al centro del progetto educativo delle giovani generazioni “qualcosa di valido e di certo”, meglio Qualcuno, “la via che conduce alla vita”, il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Il relativismo e l’esasperato individualismo hanno ridotto in cenere determinati valori che sono a fondamento della civile convivenza. Valori civili e valori religiosi insieme, perché il credente è colui che ama la sua città, che promuove percorsi di civile convivenza a partire dal vangelo, la Buona Novella, che ha in sé proposte che favoriscono il bene comune. Il decalogo e le otto beatitudini edificano la civiltà del bene, l’amore per ogni uomo, che poi è il passaporto per la vita eterna. Un buon educatore è chi fornisce non soltanto nozioni ma anche provocazioni sulle grandi e decisive domande della vita, sul suo senso profondo. Se la cultura odierna tende a dimenticare l’oltre e a stagnare sull’oggi, circondandolo di pessimismo e di un diffuso e sottile nichilismo, all’educatore cristiano compete l’ardua e bella impresa di testimoniare la vita, di rendere testimonianza al Risorto con l’esempio e la parola, avendo verso i ragazzi e i giovani gli stessi sentimenti che furono di Cristo. Qualche giorno fa si parlava con Renato Brucoli della capacità che aveva il Servo di Dio Don Tonino Bello di valorizzare i talenti dei giovani, di farli emergere, di iniettare in essi il seme della fiducia nelle proprie capacità e quindi nel futuro. Ecco, gli educatori dovrebbero essere come Don Tonino, un amico affidabile nel quale si poteva toccare con mano l’amicizia di Gesù.


Salvatore Bernocco