Il grande rischio del mondo
attuale, con la sua molteplice ed
opprimente offerta di consumo,
è una tristezza individualista che
scaturisce dal cuore comodo e avaro,
dalla ricerca malata di piaceri
superficiali, dalla coscienza isolata.
Quando la vita interiore si chiude nei
propri interessi non vi è più spazio
per gli altri, non entrano più i poveri,
non si ascolta più la voce di Dio, non
si gode più della dolce gioia del suo
amore, non palpita l’entusiasmo di
fare il bene.
Anche i credenti corrono questo
rischio, certo e permanente. Molti vi
cadono e si trasformano in persone
risentite, scontente, senza vita.
Questa non è la scelta di una vita
degna e piena, questo non è il
desiderio di Dio per noi.
Questa non è la vita nello Spirito che
sgorga dal cuore di Cristo risorto.
Invito ogni cristiano, in qualsiasi
luogo e situazione si trovi, a
rinnovare oggi stesso il suo incontro
personale con Gesù Cristo o,
almeno, a prendere la decisione di
lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo
ogni giorno senza sosta.
Non c’è motivo per cui qualcuno
possa pensare che questo invito non
è per lui, perché “nessuno è escluso
dalla gioia portata dal Signore””.
È l’esordio dell’esortazione apostolica
“Evangelii Gaudium” licenziata da
papa Francesco il 24 novembre
scorso. Mi soffermerei su queste
parole introduttive del Santo Padre
perché mi sembrano riassuntive
dell’intera esortazione. Emerge la
preoccupazione, direi il dolore, del
Papa per l’eclissi della gioia nello
Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito di
Dio c’è lo spirito del mondo, cioè c’è
la ricerca del piacere fine a sé stesso,
individualistico, egoistico, che porta
ad escludere gli altri dal proprio
orizzonte vitale, o meglio a
trasformare l’altro in oggetto.
Prendiamo ad esempio la
pornografia. Cos’è la pornografia se
non degradazione massima
dell’unione fra un uomo ed una
donna ridotti a strumenti, ad oggetti,
a cose? Dov’è lo Spirito di Dio in
questo caso? Si intravvede? Direi di
no, tutt’altro. Teniamo bene a mente
i seguenti passi biblici: “Non
illudetevi: né immorali (pornòi), né
idolatri, né adùlteri (moichòi), né
depravati (malakòi), né sodomiti
(arsenokòitai), né ladri, né avari, né
ubriaconi, né calunniatori, né
rapinatori erediteranno il regno di
Dio” (1 Corinzi 6, 9). “Sappiatelo
bene, nessun fornicatore (pòrnos) o
impuro (akàthartos) o avaro, cioè
nessun idolatra, avrà in eredità il
regno di Cristo e di Dio” (Efesini 5,
5). “Sono ben note le opere della
carne: fornicazione (pornèia),
impurità (akatharsìa), dissolutezza
(asèlgheia); riguardo a queste cose vi
La Caritas Parrocchiale ha il suo
CENTRO DI ASCOLTO
in Vico G. Jatta, 4
ogni Lunedì dalle ore 19 alle 21
preavviso, come già ho detto: che chi
le compie non erediterà il regno di
Dio” (Galati 5, 19-21).
L’egoista poi non è dalla parte dei
poveri. Non è forse nemico dei
poveri. Non li avversa ma è
indifferente alla loro sorte. In altre
parole non gliene frega niente. Ha la
mano inaridita ed il cuore spento,
desolato. Difatti chi trattiene per sé
non è più capace di provare letizia
nel compiere il bene e neppure di
entusiasmo (essere entusiasti vuol
dire custodire Dio dentro di sé). È già
morto alla vita di grazia, quindi alla
vita eterna.
Anche i credenti possono cascarci ed
illudersi. Spesso vengono a patti con
lo spirito del mondo e si
corrompono.
Di qui l’invito del Papa a rinnovare la
propria intima adesione al Cristo, in
altri termini a cercarlo ogni giorno, a
leggere il Vangelo, a pregare, a
sentirlo vicino.
San Serafino di Sarov diceva che il
fine della vita cristiana è
l’acquisizione dello Spirito Santo. Egli,
che procede dal Padre e dal Figlio, è
il dono che il Signore non rifiuta a
nessuno: “Ebbene io vi dico: chiedete
e vi sarà dato, cercate e troverete,
bussate e vi sarà aperto. Perché chi
chiede ottiene, chi cerca trova, e a
chi bussa sarà aperto. Quale padre
tra voi, se il figlio gli chiede un pane,
gli darà una pietra? O se gli chiede
un pesce, gli darà al posto del pesce
una serpe? O se gli chiede un uovo,
gli darà uno scorpione? Se dunque
voi, che siete cattivi, sapete dare
cose buone ai vostri figli, quanto più
il Padre vostro celeste darà lo Spirito
Santo a coloro che glielo chiedono”
(Lc 11, 9-13).
È il dono essenziale. Senza lo Spirito
Santo non c’è il credente. C’è solo
“pianto e stridore di denti” già su
questa terra.
Salvatore Bernocco