LA PRIMAVERA DELLO SPIRITO

«Ragazzi, vi faccio anch’io tanti auguri. Tanti auguri di speranza, tanti auguri di gioia, tanti auguri di buona salute, tanti auguri perché a voi ragazzi e ragazze fioriscano tutti i sogni. Tanti auguri perché nei vostri occhi ci sia sempre la trasparenza dei laghi e non si offuschino mai per le tristezze della vita che sempre ci sommergono. Vedrete come fra poco la fioritura della primavera spirituale inonderà il mondo, perché andiamo verso momenti splendidi della storia. Non andiamo verso la catastrofe, ricordatevelo».
Con queste parole gravide di speranza don Tonino Bello si congedava da noi. Sono il suo testamento, il suo lascito ai giovani e a tutti noi che lo abbiamo stimato come uomo e come sacerdote e vescovo della nostra Diocesi. Esse risuonano attualissime in questi tempi sfregiati da guerre, migrazioni di massa, uccisioni, distruzioni, terrorismo. Sembra che la Terra sia stata messa a ferro e fuoco dagli ascari a servizio del Male, milizie armate fino ai denti che vogliono creare un clima di terrore e di continua tensione, di disperazione e paura. Quante volte sentiamo dire: questo mondo va a rotoli. E vanno a rotoli anche i rapporti umani in una società che il sociologo e filosofo polacco Baumann definisce “liquida”. Essi non si consolidano a causa del tarlo egoistico che rosicchia, giorno dopo giorno, la sfera dei sentimenti e della responsabilità. Se potessimo immaginare il concetto astratto di caos, potremmo intenderlo come qualcosa di sfuggente, di instabile, in opposizione all’ordine della natura delle cose voluto da Dio e disconosciuto dalla maggior parte degli uomini. L’ordine non presuppone totalitarismi o autoritarismi, ma l’uso responsabile della libertà individuale che, in una società che si rispetti, incontra la libertà altrui per comporre il mosaico comunitario del bene comune. La fase caotica è caratterizzata da incertezza e dallo sviluppo delle componenti tensive ed egoiche presenti nell’animo umano, frutto del cosiddetto peccato originale ed originante, quindi di una ribellione nei confronti del Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili. Questa ribellione continua tuttora, e ne è segno visibile la crisi planetaria che stiamo attraversando. Quando l’uomo si mette al posto di Dio, sconvolgendo le categorie del bene e del male, i frutti non possono che essere amari e mortiferi. Ma la perenne novità sta nel fatto che Dio non abbandona a sé stesso l’uomo peccatore, muove all’azione coloro che credono in Lui, sollecita alla conversione attraverso la preghiera e la carità. Non ricorrerà, come estremo rimedio, ad un secondo diluvio universale. Non ci sarà la distruzione di altre Sodoma e Gomorra. «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa», dice il Cristo a Pietro (Mt 16,18). Per quanto il male possa fare strepito, siamo sicuri che esso non prevarrà sulla nuova primavera spirituale evocata dal compianto don Tonino.

Salvatore Bernocco