"Usiamo misericordia verso la nostra
casa comune" è il titolo del Messaggio scritto da Papa Francesco per la
Giornata mondiale di preghiera per la cura
del creato che, in unione con il mondo ortodosso e in sintonia con le altre Chiese cristiane, la Chiesa cattolica celebra il 1° settembre. “La terra grida”, scrive il Papa, e “non
possiamo arrenderci o essere indifferenti alla
perdita della biodiversità e alla distruzione
degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri
comportamenti irresponsabili ed egoistici”.
È l’ottava opera di misericordia voluta da
Papa Francesco in questo anno giubilare. È la
cura della casa comune, il nostro pianeta Terra che grida e ha bisogno di un radicale cambiamento di rotta prima che sia troppo tardi.
È un Messaggio breve ma ricco di spunti e
proposte concrete quello che Papa Francesco
ha diffuso in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato che la
Chiesa cattolica celebra per il secondo anno il
1° settembre in unione spirituale con il mondo ortodosso e in sintonia “ecumenica” con
le altre Chiese cristiane, che alla salvaguardia
del creato dal 2007 dedicano 5 settimane, dal
1° settembre al 4 ottobre.
Le opere di misericordia sono sette e sono
elencate nel brano del Vangelo di Matteo 25:
“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero
straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Nel periodo
medievale se ne è aggiunta una settima: “Seppellire i morti”. Papa Francesco ne propone
una nuova, “moderna”, all’altezza dei tempi e
delle sfide attuali: la cura della casa comune. “La terra grida”, dice il Papa, e “non
possiamo arrenderci o essere indifferenti alla
perdita della biodiversità e alla distruzione
degli ecosistemi, spesso provocate dai nostri
comportamenti irresponsabili ed egoistici”.
Il Papa è preoccupato per la sorte della Terra
e per gli effetti che i cambiamenti climatici hanno soprattutto sulle popolazioni più
povere. “Il pianeta – scrive nel Messaggio –
continua a riscaldarsi, in parte a causa dell’attività umana: il 2015 è stato l’anno più caldo
mai registrato e probabilmente il 2016 lo sarà
ancora di più. Questo provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici estremi
sempre più gravi. I cambiamenti climatici
contribuiscono anche alla straziante crisi dei
migranti forzati. I poveri del mondo, che pure
sono i meno responsabili dei cambiamenti
climatici, sono i più vulnerabili e già ne subiscono gli effetti”. Francesco invita a fare un
esame di coscienza ma il pentimento “deve
tradursi in atteggiamenti e comportamenti
concreti più rispettosi del creato”. Il Messaggio contiene una sorta di decalogo, una serie
di “gesti” concreti da compiere nel rispetto
per l’ambiente: “Fare un uso oculato della
plastica e della carta, non sprecare acqua,
cibo ed energia elettrica, differenziare i rifiuti,
trattare con cura gli esseri viventi, utilizzare il
trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra più persone”. “Non dobbiamo
credere – scrive il Papa – che questi sforzi
siano troppo piccoli per migliorare il mondo.
Tali azioni provocano in seno a questa terra
un bene che tende sempre a diffondersi, a
volte invisibilmente e incoraggiano ad uno
stile profetico e contemplativo, capaci di gioire profondamente senza essere ossessionati
dal consumo”.
Salvatore Bernocco