Il 24 giugno 2016 è stato proclamato
sindaco di Ruvo di Puglia il prof.
Pasquale Chieco, detto Ninni. Ha chiamato al suo fianco, in qualità di assessori,
alcuni “tecnici”, cioè persone addentro
alle materie di competenza loro affidate.
Tranne l’assessore Domenica Montaruli,
si tratta di tecnici esterni alla realtà ruvese.
La scelta degli assessori compete esclusivamente al Sindaco, per cui presumiamo
che abbia avuto le sue buone ragioni per
scegliere uomini e donne non appartenenti
alla comunità ruvese, che pure possiede
persone competenti e sicuramente in grado
di gestire un assessorato.
Molti leggono tale opzione come un segno
di netta rottura con la precedente amministrazione di sinistra, guidata da Vito
Ottombrini, la cui vicenda amministrativa
e politica è stata particolarmente travagliata. Insomma, ci sarebbero due o tre sinistre
che non dialogano fra loro o che dialogano
faticosamente ma che comunque sono unite, tant’è vero che, se diamo uno sguardo ai
risultati delle consultazioni amministrative,
notiamo che fra gli eletti non vi è nessuna
presenza riveniente dall’esperienza del
PPI o della DC.
La tradizione cattolico
democratica è stata quindi azzerata, e
questa evidenza oggettiva ci autorizza a
concludere che questa amministrazione è
esclusivamente di sinistra. È come se si
fosse riformato il patto PCI-PSI di altri
tempi. L’asse dei moderati non ha sfondato
per varie ragioni nonostante sia maggioranza nel paese. Le divisioni hanno contato
più dell’elemento dell’unità. Se non si è
uniti e compatti non si vincono le elezioni.
È lapalissiano, ma a Ruvo si stenta a comprenderlo. Potremmo dire che chi è causa
del suo male pianga sé stesso.
Occorre un
rinnovamento che lanci sul proscenio della
politica locale nuovi cavalli di razza, ammesso che ce ne siano, perché la politica
non è tecnica, o solo tecnica, ma è un’arte
complessa che tiene insieme politica e
tecnica. La sola tecnica rischia di degenerare nel tecnicismo sterile ed infruttuoso,
laddove la politica tiene conto non soltanto
del dato tecnico ma anche delle condizioni
politiche, sempre nel pieno rispetto delle
norme di legge e dei principi che disciplinano la pubblica amministrazione.
Intanto, ad oggi l’azione amministrativa
appare in affanno o un po’ stagnante. Di
certo non si può giudicare un’amministrazione dopo solo tre mesi. Bisogna prendere
contatto con le problematiche amministrative, che sono molte e complicate, formarsi
un’idea precisa di come e cosa fare per
risolverne alcune, per cui va concesso
il giusto periodo di rodaggio ai nuovi
amministratori. Il nostro auspicio è che le
promesse elettorali si concretizzino in fatti
reali. Al di là dei titoli e delle parole, sono
i fatti che contano, e sui fatti questa amministrazione sarà giudicata a suo tempo dal
corpo elettorale, parte cospicua del quale si
è astenuta, mostrando disinteresse o distacco assoluto dalle vicende politiche.
All’opposizione spetterà il compito di
controllare l’azione amministrativa e di
pungolarla con proposte ed iniziative politiche serie. L’alternativa va costruita passo
dopo passo, anche attraverso la comunicazione continua con i cittadini, i quali sono
comunque desiderosi di conoscere i fatti
amministrativi e di partecipare in qualche
misura alle vicende che li coinvolgono
Filoteo