LA SPERANZA PER RIPRENDERE IL CAMMINO

Miei Cari, 
mentre sembrano in aumento situazioni di grigiore, con pastori appiattiti e laici rassegnati, i giovani che sfuggono a ogni proposta, adulti e anziani che “lasciano” gli ambienti ecclesiali, viene di chiedere: “C’è ancora da sperare?” E non solo nel mondo che rivela insieme segni di sazietà e disperazione, ma talvolta anche nella Chiesa per cui è stato scritto che “La chiesa è in crisi perché manca proprio la Chiesa”. È una riflessione che mi è capitata sotto mano nei giorni del campo-scuola dei giovani, provocato da alcune considerazioni di essi.
Non è scontato, né facile vivere di speranza, né tanto meno trasmetterla agli altri.
Non va dimenticato però che l’esperienza cristiana può mettere radici profonde in un Dio vicino e fraterno, creativo e sempre in grado di rinnovare la vita. Un Dio che progetta sempre il bene dell’uomo, fino a sognare una festa eterna nella sua casa. Allora a noi non resta che progettare il bene per sé, per la comunità, per l’uomo di oggi e di domani. A me sembra quindi che questo mese che stiamo vivendo offra buone possibilità per rinnovare la speranza. Mentre riprendiamo le attività di famiglia, di scuola, di parrocchia, innerviamo la routine quotidiana di progettualità aiutandoci a dare significato pieno e ricco al quotidiano. E nella Chiesa applicandoci ai programmi pastorali propositivi e condivisi col nostro Vescovo. È stato scritto anche che uno dei compiti della Chiesa è “organizzare la speranza”. E organizzarla insieme è più facile: anzi è obbligatorio. Che dire allora? Buon lavoro a tutti. Riprendiamo il cammino nella “speranza”.

don Vincenzo