TESTATA CHE FAVORISCE LA “COMUNIONE” E LA “PARTECIPAZIONE”

Trent’anni di Fermento: porta che introduce alla vita parrocchiale, finestra aperta sul mondo 


La cartina di tornasole per valutare l’efficacia di Fermento, testata che affonda le radici nel disegno conciliare, è il primo editoriale firmato da mons. Vincenzo Pellegrini nel gennaio 1986.
Fermento nasce trent’anni fa, come fattore di crescita della comunità intitolata al SS.mo Redentore in Ruvo di Puglia, con due chiari obiettivi: comunione e partecipazione.
La comunicazione può accrescere la comunione e la partecipazione? Come incrementarle nel popolo di Dio? Come instillare, nella famiglia dei credenti, i germi di vita nuova di cui trasuda la Parola e la liturgia? Come accrescere l’attenzione alla diversità e accogliere il volto dell’altro? In che modo attraversare la navata del mondo per testimoniare Cristo oggi? La mission è questa. Improba ma decisiva.
Il lettore valuti con serenità se lo strumento di comunicazione, benedetto e incoraggiato da don Tonino Bello fin dal suo nascere, e da allora mai sottrattosi all’appuntamento mensile, ha effettivamente costituito occasione di fermento nell’ambito del progetto richiamato.
Dal canto mio, credo abbia svolto al meglio il proprio compito! Sulle pagine ho letto sintesi riuscite sugli orientamenti pastorali di Chiesa locale, puntuali catechesi capaci di ricucire e irrobustire il tessuto parrocchiale, chiari riferimenti alla cronaca religiosa e interessanti spaccati di storia locale, precisi richiami agli appuntamenti ecclesiali, esiti di coinvolgimento sinodale per innovare la realtà guardando con speranza al futuro, intelligenti interpretazioni dei fatti di cronaca, valutazioni sociali riferite ai punti di forza e di debolezza del territorio su cui insiste la parrocchia e chi la abita.
Da trent’anni Fermento è una porta ospitale che introduce alla vita parrocchiale e una finestra aperta sul mondo, grazie al significativo apporto dei vescovi diocesani che non hanno disdegnato di collaborare (preziose e d’indirizzo le considerazioni eucaristiche svolte da don Tonino Bello), del parroco e di diversi laici provvisti di talento giornalistico.
Collaborazioni, tutte, all’insegna della gratuità per una testata che viene offerta senza prezzo e che per questo non teme qualche considerazione scomposta, valutazioni malevoli, offensive e, forse, invidiose, di chi, evidentemente nel disagio, non risparmia insulti mentre indugia in giochi di parole, citazioni improprie della Parola, e si trastulla in codicilli e carte bollate pur di detenere il possesso esclusivo di beni non propri.
Fermento non ha corrotto le masse (addirittura!), ma ha teso a correggere, incline alla ricerca del Bene che non all’accaparramento dei beni materiali e ai conti da ragioniere. Tale comportamento antiecclesiale e anticomunitario di fatto sfugge a qualsiasi logica ecclesiale ed evangelica. Non solo. Tipizza il soggetto che si è lasciato andare ad una dissenteria di parole maleodoranti. Nell’epoca dei social, spesso impostati sulla comunicazione essenziale, necessariamente sintetica e virtuale, Fermento non rinuncia alla sfida di un’informazione cartacea che intende legare l’eterno al tempo, i valori al quotidiano, la fede alla vita. L’augurio è di continuare su questa strada.

Renato Brucoli