I MONUMENTI AL REDENTORE
Quando si era svolto l’ultimo Giubileo
solenne, nel 1825, l’allora Gioacchino
Pecci aveva solo quattordici anni. Una
volta divenuto Papa con il nome di Leone
XIII raccontò di conservarlo nella memoria «e
ci sembra quasi di vedere ancora l’afflusso
dei pellegrini, la moltitudine che si aggira in
ordinata schiera attorno ai templi più augusti, i
luoghi più celebri che risuonano di lodi divine,
il Pontefice, con grande accompagnamento di
cardinali, che offre agli occhi di tutti esempi di
pietà e di carità». Perciò, affinché «dovunque
sulla terra si comprenda in quel tempo di
passaggio la venerazione che deve avere Gesù
Cristo salvatore», 1’11 maggio 1899 indisse il
Giubileo con la bolla Properante ad exitum e,
il successivo 25 maggio, promulgò l’enciclica
Annum sacrum con la quale consacrava
l’umanità al sacro Cuore di Gesù in preparazione
all’Anno santo del 1900. L’organizzazione
del Giubileo venne affidata a un Comitato
internazionale, presieduto dal conte Giovanni
Acquaderni (il cofondatore dell’Azione cattolica),
che da alcuni anni stava già promuovendo la
devozione a Cristo Redentore. La Porta santa
di San Pietro venne aperta il 24 dicembre
1899, con una solenne cerimonia allietata dal
coro della Basilica vaticana, diretto da Lorenzo
Perosi. Ancor più significative furono le Messe
di mezzanotte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio
sia del 1899 sia del 1900, che per disposizione
del Papa vennero celebrate in tutte le chiese
del mondo con l’adorazione eucaristica. La
cerimonia di chiusura della Porta santa in
San Pietro, il 24 dicembre 1900, vide per la
prima volta inserite nella muratura venti pietre
provenienti da altrettante montagne italiane
sulle quali nel 1900 era stato innalzato un
monumento al Redentore. Il giorno seguente,
Leone XIII estese a tutte le diocesi la possibilità
di celebrare il Giubileo a livello locale.