All’inizio del nuovo anno pastorale il Papa ci ricorda:

“PAZIENZA: È SALUTARE DA LONTANO LE PROMESSE DI DIO”

Miei Cari,
Settembre, mese della ripresa dei lavori. Qualcuno dice: armiamoci di santa pazienza e andiamo avanti. E proprio sulla “Pazienza” vorrei soffermarmi un po’, attingendo da quelle pepite fantastiche che emergono quotidianamente dalle messe mattutine di Papa Francesco dalla cappella di S. Marta dove il Papa si raccoglie in preghiera e celebra l’Eucarestia. Sappiamo tutti che non è facile la ripresa dei lavori, che le vacanze ci hanno forse distratti dagli impegni, che i vari incontri ricreativi, campi, classi oratoriane ci hanno fatto rientrare al “lavoro usato” più stressati di prima. Sono un po’ le confidenze che ci scambiamo tra amici in questi giorni. E intanto la Pazienza, ritenuta da sempre “la virtù dei forti”, molto probabilmente oggi, per il relativismo così diffuso è invece un vizio, una sorta di abitudine umana negativa. In questo particolare momento storico che stiamo vivendo, forse vale la pena sottrarsi ai ritmi frenetici del quotidiano e dedicarsi più alla riflessione, al silenzio, alla meditazione e riflettere sulla necessità di mettere l’uomo nella dimensione dell’amore per il quale è nato. Di qui la necessità della‘“Pazienza” che può farci uscire dalla insofferenza e immetterci nella ricerca umile e contenuta della Luce, della Verità che è Cristo. E proprio in una sua omelia di alcuni mesi orsono, il Papa Francesco ha precisato che… “la Pazienza non è rassegnazione… è la gioia di salutare da lontano la promessa di Dio. Chi non ha pazienza vuole tutto subito. Tutto di fretta. Chi non conosce questa saggezza della Pazienza è una persona capricciosa che non cresce, che rimane nei capricci del bambino, che non sa prendere la vita come viene: o questo o niente. Questa è una delle tentazioni: diventare capricciosi”. Oggi, più che mai l’uomo deve saper leggere con intelligenza e con fede i segni del tempo (mi raccomando cari Catechisti!), accettare le prove della vita per educarsi ed educare alla pazienza e alla vita. Chi non è paziente crede di avere l’esclusiva della verità, invece ne possiede solo un piccolissimo frammento e non si accorge di essere vittima dell’illusione di possedere tutta, l’unica e sola verità. Pazienza verso gli altri e verso noi stessi per attendere il rinnovamento per tempi lunghissimi e proiettarci verso un futuro migliore per chi ci sarà domani. Siano questi, miei Cari, alcuni pensieri per iniziare questo nuovo anno pastorale… armandoci di tanta e “santa Pazienza”.
Cordialmente
Don Vincenzo