GESÙ È MORTO CON LA “ROTTURA DEL CUORE”!
I vangeli della Passione che leggeremo in
questo periodo ci danno vari elementi per
cercare di comprendere quale fu la causa
della morte di Gesù. Anzitutto sappiamo
dal vangelo di Luca che, dopo l’ultima
cena, Gesù pregò intensamente al monte
degli Ulivi tanto che cominciò a sudare
sangue. Il vangelo di Marco ci dice che
Gesù crocifisso morì subito dopo aver dato
un forte grido. Ancora poi il vangelo di
Giovanni racconta che, per evitare che i tre
condannati rimanessero in croce durante il
giorno di Pasqua, i Giudei fecero spezzare
le gambe ai loro corpi per ottenerne subito
la morte. Tuttavia, quando i soldati vennero
sotto il corpo di Gesù, si accorsero che era
già morto e così, invece di spezzargli le
gambe, uno di loro “con una lancia gli colpì
il fianco, e subito ne uscì sangue ed acqua”.
Perché questo fenomeno? Perché una morte
così rapida? Come mai questa fuoriuscita
impetuosa da un corpo già molto
dissanguato? Già nell’800 un medico
inglese, William Stroud propose la
spiegazione della rottura del cuore con
emopericardio, tesi confermata dagli studi
più recenti ed anche dalle analisi sull’Uomo
della Sindone. In sostanza si sarebbe
lacerata in seguito ad un forte infarto la
parete propria del cuore con conseguente
versamento di una grande quantità di
sangue (fino anche a due litri) nel sacco che
avvolge il cuore stesso. L’ingrossamento di
questo sacco dura pochi secondi e porta
subito alla morte provocando un dolore
lacerante che quasi sempre sfocia in un
forte grido, emesso il quale la persona
spira. Se poi il cadavere rimane in
posizione verticale il sangue nel sacco
coagula separandosi così dal siero
trasparente che rimane più sopra. L’affondo
della lancia provocò quindi la colata di
sangue abbondante con grumi e siero.
Si spiega così anche il forte di grido di
Gesù e la sua emissione dello Spirito. Il suo
Sangue, il suo amore senza misura sono
straripati a tal punto che il suo cuore si è
letteralmente spezzato. Il fatto che il suo
trionfo sul male si sia manifestato in questa
precisa modalità di morire non può
assolutamente essere trascurato. Nulla,
infatti, è a caso. Nella croce non solo si
vede che Gesù ci ama, ma anche quanto ci
ama. I primi attacchi dell’infarto si
sarebbero avuti proprio con il suo sudare
sangue nell’Orto. S’incrociano così in
modo incredibile le due più celebri
spiritualità dell’umanità di Gesù: quella del
Preziosissimo Sangue e quella del Sacro
Cuore.
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ANNO XXVIII - N.328