ALBERO DI GIUDA O DELLA VITA?
E' arrivata! La primavera delle primule,
delle pratoline e delle viole che
occhieggiano fra l’erba dei parchi. La
primavera che tinge di un verde tenero i
boschi, a macchie, permettendo alle
piante più lente di rimanere ancora
avvolte nelle trame secche dei rami
invernali. E a sorpresa, qua e là, una forte
pennellata rosa-lilla degli “alberi di
Giuda”. Mi sono sempre piaciuti gli alberi
di Giuda che adornano i nostri viali
cittadini: i loro fiori hanno fretta di farsi
vedere, sbocciano abbondanti sui rami
ancora privi di foglie, spingono anche tra
le croste della corteccia del tronco per
aprirsi un varco e presentarsi a ciuffetti.
Mi piacciono perché fioriscono nel
periodo attorno a Pasqua, quasi volessero
dire: “Siamo qui per ricordarti il colore della passione, il colore del sangue del
Nazareno che ha tinto l’albero della croce. Il
racconto popolare dice che sotto i nostri rami
Giuda ha baciato il Maestro, e ai nostri rami si è
appeso piangendo disperato. Noi vorremmo
essere l’albero della vita e della consolazione, al
quale ognuno possa aggrapparsi, dove ognuno
possa sentire nelle sue narici il profumo del
sangue di Gesù. Il
profumo dell’amore
gratuito”. C’è tutta
una letteratura dei
santi Padri che
paragona la croce
all’albero della vita
che stava nel
giardino. E se il frutto
del paradiso terrestre
nascondeva il veleno
della disobbedienza
nei suoi semi, il frutto
del grembo di Maria che ora è maturato sulla
croce è “buono da mangiare” e porta la vita.
Pasqua è gratuita: Dio ha tanto amato il mondo
da dare-consegnare il suo Figlio, perché
chiunque crede in Lui abbia la vita. Per sempre.
E’ l’amore che ha spinto Gesù fin sulla croce;
non è stato Giuda, non è stato Pilato, non sono
stati i giudici corrotti, non sono stati i capi del
popolo. Solo l’amore può donare se stesso,
anche quando tutto sembra assurdo. Siamo stati
guariti dalle sue piaghe, sbocciate sulla carne
come fiori di primavera.
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ANNO XXVIII - N.328