FIGLI DI UN PADRE ASSENTE

L’assenza del padre in casa condiziona significativamente il comportamento degli adolescenti in un maggior uso di alcol e marijuana. Crisi di identità: i ragazzi che crescono in casa dove il padre è assente hanno più probabilità, rispetto ai ragazzi, il cui padre è presente, ad avere più problemi a stabilire un appropriato ruolo e identità sessuale di genere, sono più portati ad una sessualità precoce, che porta loro ad un disagio psichico, non essendo ancora in grado, di cogliere il significato profondo della loro sessualità, confusa e intesa soltanto come genitalità, non li aiuta a comunicare, si incupiscono, si chiudono in se stessi. La figura del padre, presenza affettuosa, e determinata, trasferisce nel figlio, sicurezza, autostima, capacità relazionali connotate di tanta sicurezza, gli permette di guardarsi attorno, scoprendone il bello, il fascino del vivere, rapportandosi agli altri, intessendo un tessuto di amicizie che gli permettono di assaporare la vita. La droga invece, dice: solitudine, noia, rabbia con se stessi e con il mondo che lo circonda. Un buon padre è un uomo che innanzitutto esprime amore per la donna nel cui corpo i suoi figli stanno venendo al mondo: affetto, attenzione, considerazione e rispetto in queste fasi sono la base relazionale per un futuro più felice dell’intera famiglia. Dopo il parto, l’evento della nascita stimola nell’organismo del padre un sensibile aumento dell’ormone detto ossitocitina, nel momento in cui un uomo si trova un bambino tra le braccia inizia una vera e propria relazione fisica e psichica a catena. L’ossitocitina, infatti va a stimolare l’amigdala, un’area del cervello che favorisce la produzione e il rinforzo dei legami di attaccamento, affettivi e relazionali tra esseri umani. Il padre è stimolato a manifestare nei confronti del bambino particolari sentimenti, tipici del papà, che non sono quelli della mamma: stimola il figlio all’esplorazione dell’ambiente, dirige la sua attenzione verso gli oggetti, le altre persone, lo rassicura in particolari attività ludiche, come il lancio dalle braccia del padre verso l’alto, lo incoraggia a raggiungere la posizione seduta. Questo gli dà un senso di sicurezza, presupposto fondamentale per la crescita dell’autostima e poi del successo nella vita. Determina la qualità dello stile di socializzazione che il figlio, anche nelle età successive, manifesterà con i propri compagni, con la mamma. Va inoltre notato che laddove l’interazione padre e figlio è inconsistente, superficiale, o assente, gli esiti sono decisamente negativi: insuccesso scolastico, disistima, insicurezza, aggressività verso gli altri, incupimento, scarsa comunicabilità, atteggiamenti antisociali, rifiuto delle figure educanti. Per tornare al discorso sulla droga, che diventa per tanti ragazzi la risposta, certamente sbagliata, ma comunque una risposta, ai loro disagi provocati dalla mancanza della figura significativa del padre, occorre oggi tenere presente quello che sostengono le ultime ricerche in materia di droga. Viene dimostrato che non esiste “la droga” leggera e che la canabis, per esempio, mette in grave pericolo la salute mentale, per non parlare poi delle droghe sintetiche. È decisivo per la prevenzione che i genitori là dove ci sono, o almeno la mamma con l’aiuto di qualcuno, ne parlino con i figli dei rischi connessi all’uso di alcol e droga.
• Il genitore dovrà essere attento per accorgersi dell’eventuale uso di sostanze.
• Discutere con loro, con decisione e verità, spiegandone tutti i rischi che quelle sostanze fanno correre.
• A volte subentra la paura, nell’affrontare certi argomenti così impegnativi.
• È urgente, farsi forza, per intervenire in tempo, per evitare poi brutte sorprese.
• Fargli capire che la droga ti imprigiona, che se uno usa una sostanza, in brevissimo tempo la sua unica relazione (il suo amore) è con quella sostanza, e che non c’è più spazio per dare amore a se stessi, ai propri sogni e desideri.