Miei Cari,
l’episodio dei Magi, giunti dall'Oriente
a Gerusalemme per adorare il nato Re
d’Israele, ha sempre avuto la forza di
suscitare impressioni ammirate nei
confronti di quei personaggi rimasti
al quanto misteriosi. Perché erano
partiti? Dove andavano? Come avevano
interpretato con tanta decisione una stella,
così da mettersi in cammino?
Matteo, nel suo Vangelo, non dà troppe
risposte alla nostra, pur giusta, esigenza
di sapere. Nulla viene concesso alla
nostra curiosità di uomini, ogni giorno
bombardati dai particolari di cronaca
che riempiono le pagine dei giornali.
Ma la notizia è chiara: i Magi erano
partiti con decisione. Non ignoravano
certo le difficoltà di un viaggio lungo e
avventuroso seguendo la stella. Sin dove
e da chi li avrebbe condotti? Di fatto
chiedono: “Dov'è il Re dei Giudei che
è nato?” Sarebbe naturale pensare alla
ricerca di un re di questo mondo, ma i
loro gesti (si prostrarono ad adorarlo)
dicono molto di più sulla natura delle
loro convinzioni. Non un re di questa
terra cercavano e trovarono, ma qualcuno
da adorare, precisamente Dio in un
Bambino. Il loro animo, illuminato,
presagiva oltre le apparenze: quel Bimbo
di Betlemme era anche il Salvatore atteso
dall'umanità.
Vorrei farvi notare, miei Cari, che per
incontrarsi con il Figlio di Dio, tanto
i Magi che i pastori, avevano dovuto
mettersi in cammino. Forse per loro le
greggi erano importanti così come per
i Magi, gli studi, la reggia o i palazzi.
Ma dovettero decidere in fretta: i pastori
senza farsi tanti problemi, i Magi
seguendo una stella che, certamente,
non poteva aspettare. Allora i Magi ci
appaiono come gli uomini che cercano
nella loro lunga marcia verso Gesù…;
la loro storia è anche la nostra storia. La
nostra vita è infatti una lunga marcia sulla
quale incontriamo tante oscurità, tante
false piste, anche tanti peccati, di cui ogni giorno dobbiamo chiedere perdono.
E’ il mio augurio e il mio auspicio.
E Buon Anno!
Don Vincenzo