IL DIACONO: “NON GIOCHI A SCIMMIOTTARE IL PRETE”

Se ne è discusso e si continua a discutere del diaconato alle donne. Ma cosa significa il termine in questione? Nel Cristianesimo primitivo il diacono (dal greco διάκονος- diákonos, ovvero servitore) assolveva a un servizio amministrativo e assistenziale ed era subordinato al vescovo. Nel Nuovo Testamento si trovano almeno due citazioni (Lettera ai Filippesi 1:1; 1 Timoteo 3:8,12) dove si parla dei diaconi, connessi al vescovo. Il diacono, quindi, è un servitore della Chiesa. Di donne che servono la Chiesa, affiancando i parroci nel loro servizio ministeriale, ce ne sono tante, talune validissime talaltre un po’ meno, tant’è che lo stesso papa Francesco ha detto che «troppe donne consacrate sono “donnette” piuttosto che persone coinvolte nel ministero del servizio». Ma c’è di più. Il Papa si è rivolto anche ai diaconi in questi termini:«Il diacono non giochi a scimmiottare il prete, sia mite: nella mitezza, matura la vocazione di ministri della carità”. Ai diaconi rivolge inoltre l’esortazione ad essere «disponibili nella vita, miti di cuore e in costante dialogo con Gesù, non avrete paura di essere servitori di Cristo, di incontrare e accarezzare la carne del Signore nei poveri di oggi». Non saprei affermare se vi sia un fondamento teologico su cui fondare il diaconato femminile o addirittura il sacerdozio femminile, come avviene in talune chiese protestanti. Se andiamo ad alcuni passi evangelici, riscontriamo, ad esempio, la presenza della Madonna in occasione della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti nel cenacolo e ai piedi della croce, Marta e Maria che accudiscono il Signore, ma Gesù ha fondato la sua chiesa sugli Apostoli e ha detto a Pietro: «E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»(Mt 16, 18-19). Mi sembra di poter concludere che il sacerdozio non possa che essere prettamente maschile, mentre alle donne, che non per questo sono inferiori all’uomo, il Signore ha affidato l’importante compito di lavorare nella Chiesa come testimoni, e, al pari dell’uomo, servitrici del Signore. Penso che non occorrano signore o signorine che facciano da contorno al vescovo o al sacerdote, ma donne che collaborino attivamente, nella catechesi e nelle varie attività parrocchiali, alle attività di formazione e di orientamento delle coscienze. È un ruolo di grande significato e valenza che preclude la critica di maschilismo rivolta alla Chiesa cattolica. Del resto, quante sante essa annovera, alcune delle quali sono persino dottori della Chiesa! Credo vi siano questioni più pressanti cui porre mano, come, ad esempio, il fenomeno deplorevole della pedofilia, rispetto al quale il Papa ha assunto drastiche decisioni, oppure la questione della povertà dei sacerdoti, invitati dal Papa ad uno stile di vita sobrio: «Il nostro popolo perdona molti difetti ai preti, salvo quello di essere attaccati al denaro. E non è tanto per la ricchezza in sé, ma perché il denaro ci fa perdere la ricchezza della misericordia. Il nostro popolo riconosce ‘a fiuto’ quali peccati sono gravi per il pastore, quali uccidono il suo ministero perché lo fanno diventare un funzionario, o peggio un mercenario». Ciò vuol dire che anche il popolo di Dio deve convertirsi ad uno stile di vita più sobrio e misericordioso, perché la Chiesa non appartiene soltanto al clero ma anche ai laici battezzati, i quali sono anch’essi chiamati a testimoniare l’amore di Dio e la carità verso ogni persona umana.

 S.B