Il Battesimo
Non è un pedaggio da cui non ci si
sottrae pur di assicurarsi una vita
protetta e stare tranquilli con la propria coscienza.
Non è una tassa da pagare a Dio, per “accontentarlo” o “rabbonirlo”.
È una proposta di vita e d’amore, ovvero di vita d’amore, che i genitori offrono
al figlio come gesto d’amore, avendo già
loro accolto e sperimentato la ricchezza
di tale dono.
Il Battesimo è riconoscimento della paternità/maternità di Dio, felice della gioia
dei suoi figli. Questa gioia i figli la sperimentano riconoscendosi e vivendo come
fratelli.
Con un corpo e una identità in una specifica comunità.
Se i genitori non accettano e/o non vivono
la dimensione comunitaria della propria
esistenza sociale e religiosa in una ben
definita comunità ecclesiale/parrocchiale
(così come l’essere uomo di ciascuno,
pur avendo in sé segnali ed elementi di
universalità e di eternità, si concretizza in
una famiglia), perché inserire il figlio in un
cammino che non si condivide?
Tale impegno lo si può affidare anche ad
altri (Padrino, Madrina), ma occorre che
almeno questi siano credibili, ovvero testimoni autentici nella vita di fede.
Il dono dello Spirito e la vita in Cristo si
realizzano nel Battesimo e grazie al Battesimo.
Si è nella Chiesa, si è Chiesa grazie al
Battesimo. E la Cresima?
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ANNO XXX - N.54