TANTO TUONÒ CHE PIOVVE

La sana insistenza, caparbietà e dedizione del parroco Don Vincenzo hanno ottenuto lo scopo prefissato. Finalmente il campanile del Redentore ha avuto il Restyling che meritava. Le innumerevoli telefonate e marcature strette di don Vincenzo hanno vinto. Il primo sopralluogo fatto al campanile, in collaborazione dell’ingegnere Viviana Miscioscia, si mostrò talmente negativo da buttare la spugna. Il quadro igienico, fessurativo ed umido del campanile erano in uno stato di degrado eccessivo. Non si sapeva da dove cominciare. Inizialmente fu eseguita la disinfestazione di tutto l’ambiente, successivamente furono eseguiti rilievi e monitoraggi strutturali. Con l’uso di speciali attrezzature e con l’intervento del laboratorio ufficiale tecnologico di Matera fu verificato lo stato di salute del campanile. Il convincimento fu quello che il campanile non stava proprio male ma andava preservato e consolidato. Con la encomiabile collaborazione del maestro Rocco Brucoli, utilizzando malte rinforzanti speciali, furono consolidati pilastri, travi e solai; successivamente furono individuate e risolte tutte le disfunzioni di tenuta all’acqua delle varie componenti del campanile. I materiali utilizzati per la protezione dall’umidità furono scelti in funzione di specifiche caratteristiche contro l’invecchiamento e contro i raggi ultravioletti tutti di ultima generazione. Anche la cuspide del campanile fu trattata con materiali di alta tecnologia eliminando altresì la sensazione di sporco e nel contempo consentendole un rapido displuvio. Con questi sistemi si è data una iniezione di vitalità ad una struttura ormai sessantenne con la prospettiva di una ulteriore conservazione nel tempo. Ultimo tassello è stato quello di eliminare per sempre la piaga dei volatili e la risoluzione, non eccessivamente invasiva, è stata quella di apporre robuste reti di acciaio saldamente tassellate alle strutture e a prova di forti raffiche di vento. Si poteva fare di più? Forse, ma l’esiguo finanziamento regionale ci ha consentito perlomeno di togliere le cause del degrado del campanile conservandolo nel tempo. Grazie a don Vincenzo ho acquisito una esperienza unica su una struttura pubblica in umiltà e senza clamore, ma con la prospettiva di consegnare ai ruvesi il campanile del Redentore che svetta sulla piazza principale della città.

 ingegnere Francesco Ruta