Miei Cari,
con il mese di ottobre siamo tornati
alla vita “normale”, almeno per la
maggior parte di noi. È iniziata la
scuola, il ritmo produttivo scandisce
orari di lavoro con il consueto
incalzare, le occupazioni della
settimana si posizionano sull’agenda.
È la routine, le solite cose da fare, le
persone da incontrare, gli impegni da
onorare.
Che vita è questa? È la vita obbligata
delle persone mature, quelle che
hanno fatto scelte e preso impegni e
non possono sottrarsi alle
responsabilità familiari, professionali,
sociali, ecclesiali… E non vogliono
neppure spegnere i propri doni nella
pigrizia e nell’individualismo.
Ma non si può vivere di routine!
Anche nel fare le cose più importanti
e grandi (il volersi bene tra coniugi, il
celebrar la Messa del prete, il donare
la vita del volontariato…) può
infiltrarsi, lo sappiamo bene,
l’abitudine, la ripetitività, la
stanchezza.
Ecco la necessità di una vera
spiritualità, quella che fa scoprire Dio
al centro della vita e di ogni giornata:
anche in mezzo alle mille occupazioni
e preoccupazioni. “Vivere secondo lo
Spirito” - scrive C. Contarini - è il
segreto, soprattutto se si riesce a
esplicitare il complemento oggetto:
vivere la scuola, la famiglia, il lavoro,
il servizio in parrocchia, tutto…
secondo lo Spirito! Quello Spirito che
è il segreto della giovinezza della Chiesa, che dà l’energia di sempre
nuova vitalità e la creatività nella
fedeltà quotidiana.
Il mese di ottobre poi aggiunge
un’altra prospettiva che strappa dalla
routine: la dimensione missionaria.
Per respirare con tutta la Chiesa, che è
“cattolica” cioè universale; per
radicare sempre più seriamente il
Vangelo nel centro del cuore; per dare
incisività alla fede vissuta nella
normalità di ogni giorno.
Ricordiamo - scrive G. Bernanos -
che il cristianesimo non è il miele del
mondo, ma il sale della terra: nelle cui
feritoie brucia. Son venuto a portare il
fuoco, dice Gesù. Diamoci quindi da
fare.
È il mio auspicio
Don Vincenzo