La gioia è il fine ultimo dell’esistenza
umana. Forse‘è una delle cose più
universali: tutti gli uomini vogliono
essere felici e avere gioia. Essi hanno sete
di felicità. Saranno felici se la doneranno.
Noi cristiani abbiamo una missione
speciale da compiere: quella di ricordare
il fascino del Vangelo, il carattere festivo
del cristianesimo, la bellezza della sequela
di Cristo. La costruzione della gioia e il suo
esercizio passano per alcuni necessari
percorsi formativi:
Valorizzare i beni che Dio ci ha dato. La
fedeltà alla Pasqua richiede la sapienza di
scoprire e sfruttare tutto ciò che c’è di
buono in noi. Usiamo nella gratitudine e
nella gioia i beni che Dio ci ha donato.
Accettare serenamente i limiti dell’esistenza.
Pensiamo a chi ha meno di noi, a
chi soffre più di noi. Se siamo saggi e
virtuosi nell'accettare le prove della vita,
la gioia non ci abbandonerà mai, ma sarà
più che a fianco a noi, dentro di noi.
Credere nell'efficacia dell’amore.
Se vogliamo che la gioia non invecchi in
noi e soprattutto che non muoia, dobbiamo
preoccuparci più di amare che di essere
amati e sforzarci di avere un’anima sempre
aperta a nuove esperienze.
Dobbiamo soprattutto impegnarci ad
acquisire una più fondata e più vasta
speranza, senza la quale – è fin troppo
evidente – non è possibile la gioia.
Rivedere costantemente la scala di valori.
La serietà della Pasqua ci invita a
considerare più ciò che resta che ciò che
passa, a valutare più ciò che non si vede
che ciò che è esteriore, a tenere sempre in
buona classifica l’amicizia, la bellezza della
natura, l’avventura culturale, l’esperienza
artistica e quant'altro serve a nutrire la
gioia dello spirito, che si eleva al massimo
con i doni dello Spirito.
Essere costruttori di ponti. Con la sua
opera pasquale Gesù Cristo ha costruito
un arco di fiamma caritativa fra noi e il
Padre e fra noi e noi. Questo spinge a
costruire, a nostra volta, ponti di preghiera,
di carità, di pace nelle due direzioni della
Croce pasquale: in alto, verso Dio, e in
orizzontale, verso gli uomini, rammentando
sempre che il creare ponti è
un’impresa molto dura.
La Pasqua, come evento di riconciliazione,
chiede di essere un ponte o di costruire
ponti.
Una grande esperta della gioia
è Maria, la prima destinataria dell’annuncio
della Risurrezione. La Chiesa ne è
consapevole e, per questo, intona nel
periodo pasquale il suo convinto “Regina
caeli, laetare, alleluia…”.
A. M.