Miei Cari,
Non è sufficiente aver ricevuto il dono
della fede. Non basta custodirlo,
incrementarlo. Sarebbe troppo poco.
Non si accende la lucerna e si mette
sotto il moggio. Un’anima di fede viva ardente, luminosa, è
necessariamente esplosiva.
Chi possiede il tesoro della
fede e ne apprezza
coscientemente il valore, deve
confessare con la testimonianza
della propria vita,
con i pensieri, con le parole,
con le azioni, la sua fede. Il
Cristiano autentico e coerente
testimonia la propria fede in
pubblico e in privato, in
famiglia e nella società, in
piazza e nelle fabbriche, nella
scuola o negli uffici. Sempre e
dovunque egli, cosciente della
sua dignità, vive da degno
testimone di Cristo. Confessa
non tanto con le parole quanto
piuttosto con le opere e con la
sua vita, la sua fede. Mai
come oggi il mondo vuole la
concretezza, ama i fatti e non le parole;
rimane colpito dalla testimonianza. E’
questo un motivo di un serio esame di
coscienza che noi cattolici dobbiamo
compiere spregiudicatamente.
Chi non vive come crede, finisce per
credere come vive, ed‘è questa
apostasia, questo tradimento del
Vangelo, della fede in Cristo, che ha
svigorito la nostra forza di presa sul
mondo attuale e ne ha sminuita
l’incidenza. Se gli Apostoli furono i
testimoni della risurrezione di Cristo,
noi dobbiamo essere i testimoni della
fede in Cristo con la nostra vita di ogni
giorno, di ogni ora e di ogni istante.
Questo significa confessare la propria
fede dinanzi a Dio e dinanzi agli
uomini. Solo così potremo veramente viverla e farla vivere. La costituzione
sulla Chiesa infatti lo esige
esplicitamente dai cristiani. “La Chiesa
essendo in Cristo quasi un
sacramento… mostra al mondo che la
vera unione sociale esteriore discende
dalla unione delle menti e dei cuori,
ossia da quella fede e da quella carità,
con cui la sua unità, è stata
indissolubilmente fondata nello Spirito
Santo. Infatti la forza che la Chiesa
riesce ad immettere nella società
umana contemporanea, consiste in
quella fede e carità portate ad efficacia
di vita, e non nell'esercitare, con mezzi
puramente umani, un qualche dominio esteriore”. A questo fa eco un altro
richiamo della costituzione su “La
Chiesa e il mondo contemporaneo”
che al n. 21 così afferma: “Il rimedio
all'ateismo lo si deve attendere sia
dell’esposizione conveniente della
dottrina della Chiesa, sia da tutta la
vita di essa e di noi credenti”. La
Chiesa infatti ha il compito di
rendere presente e quasi visibile Dio
Padre e il Figlio di Dio incarnato,
rinnovando se stessa e purificandosi
senza posa sotto la guida dello
Spirito Santo.
Ciò si otterrà anzitutto con la
testimonianza di una fede viva e
matura, opportunamente educata alla
capacità di guardare in faccia alle
difficoltà per superarle. Se ogni
cristiano vivesse secondo questo
spirito, potremmo attenderci una
graduale trasformazione e conquista
del mondo a Cristo. Ci aiuti la
Vergine Santa che ci prepariamo ad
accogliere a fine luglio nella nostra
Comunità.
Cordialmente, Don Vincenzo