da DON TONINO a PAPA FRANCESCO
Miei Cari,
non c’è voluto molto tempo per
rendermi conto delle molteplici
affinità tra i gesti, le parole e i
fatti della vita del mai
dimenticato Servo di Dio Don
Tonino e quelle del nuovo
Pontefice che il Signore ha
dato alla sua Chiesa: Papa
Francesco. La figura di Don
Tonino svela molte analogie
con la persona di Papa
Bergoglio che viene quasi dalla
“fine del mondo”.
Il programma di vita fu da Don
Tonino così finemente formulato
nel famoso Progetto pastorale «Alla
sequela di Cristo sul passo degli
ultimi». Sembra che il Papa Francesco
abbia tenuto presente quel testo, se ne
sia innamorato, condiviso e
pienamente attuato nella sua Diocesi
argentina.
Don Tonino consacrò la sua vita agli
ultimi e parlò della povertà come
annuncio e rinuncia, ma anche e
soprattutto come denuncia. Usava le
stesse parole di Papa Francesco: Una
Chiesa povera per i poveri”. Come
non ricordare quelle infuocate parole
che Don Tonino scriveva ai presbiteri di Ruvo quel 10 agosto 1986:
«…vuole il vostro vescovo esortarvi a
scegliere la povertà non tanto come
luogo di impegno ascetico personale,
ma come criterio decisivo per il
rinnovamento della nostra comunità
ecclesiale… una Chiesa che non si
limita a fare beneficenza ma che
diventa coinquilina degli oppressi,
abitando nei sotterranei della storia,
piuttosto che nei palazzi del potere…
questi tesori, i poveri, teniamoceli con
noi. Siamone gelosi. Facciamo carte
false per non perderli. Curiamone
l’accatastamento presso la nostra
comunità… ricordiamoci che la nostra
non è la strada della sicurezza, ma
quella della “graticola”, il cui fuoco lento brucerà tutte le nostre
cupidigie… una Chiesa
povera, non omologata alla
logica del denaro, non
garantita dall’oro, né
dall’argento, ma ricca
unicamente del nome di
Gesù…”. Dice Papa
Francesco che “nella storia
della Chiesa i veri
innovatori sono i Santi”.
Sono loro i veri riformatori,
coloro che cambiano,
portano avanti il cammino
spirituale ridandogli vigore.
Francesco d’Assisi per esempio
ha portato al cristianesimo un
modo di concepire la povertà
rispetto al lusso, all’orgoglio e alla
vanità dei poteri civili ed ecclesiastici
di quell’epoca. Ha portato avanti una
mistica della povertà; della
spoliazione e ha cambiato la storia.
Ma c’è ancora dell’altro che accomuna
il nostro Don Tonino con Papa
Francesco: il sorriso e il silenzio. “Il
sorriso brilli sempre sul vostro volto.
E il pianto che spunta sui vostri occhi sia solo pianto di felicità”, diceva Don
Tonino e Papa Bergoglio ha dato
un’immagine gaudiosa alla Chiesa
sofferente, testimoniando la gioia
dell’essere cristiani. Egli si è inchinato
poi e ha pregato accordando il suo
silenzio con quello dei fedeli di Piazza
S. Pietro. Lo stesso comportamento
adottava Don Tonino, innamorato del
silenzio da lui considerato
«l’involucro teologico di una
presenza, il guscio di una pienezza, il
grembo che custodisce la Parola».
Bellissimo l’accostamento fatto da un
giornalista: “Bergoglio è ormai per
tutti il Papa povero, Don Tonino,
fosse ancora vivo sarebbe il Papa
Bello”.
Ancora una volta ci riconfermiamo sul
principio che è sempre il Signore a
scrivere la storia. E per questo: per il
dono di Papa Benedetto come quello
di Papa Francesco non possiamo non
dire ancora: grazie o Signore che ci
mandi questi uomini santi.
Cordialmente,
Don Vincenzo