Miei Cari,
non ha molto tempo che il Papa ci ha ricordato l’invocazione: “Vieni a salvarci, Signore nostro Dio”. È il grido dell’uomo di ogni tempo che sente di non farcela da solo a superare difficoltà e pericoli. Escludere Dio dalla storia dell’umanità vuol dire dargli pietre invece di pane. Per salvarci soprattutto dal male profondo radicato nel mondo e nella storia è impellente ricorrere a Lui, perché quel male che è la separazione da Dio ci fa smarrire il senso della vita. Non possiamo accettare - dice il Papa - che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta. Per questo ha voluto indire “l’Anno della Fede” che avrà inizio nel prossimo ottobre a cinquanta anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, per concludere nella festa di Cristo Re nel 2013. È un invito - spiega il Papa nella lettera di indizione - ad una autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Un’occasione proprio per un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede. L’Anno della fede si colloca proprio nel solco di quel più convinto impegno ecclesiale della Nuova Evangelizzazione, e all’inizio dell’anno pastorale, per riscoprire la gioia del credere e l’entusiasmo nel comunicare la fede. La fede, secondo il pensiero del Papa, quando è vissuta come esperienza di grazia e di gioia, allarga lo spazio della mente e del cuore. Diventa un aiuto nella appassionata ricerca della verità; particolarmente in questo momento di “pensiero debole”, dove si pensa che non sia possibile raggiungerla, sostiene la nostra debole volontà che vede il bene e lo approva ma è fragile davanti alla suggestione del male, ricostruisce il nostro mondo interiore con il perdono che cancella i nostri errori, ci insegna ad amare, che è la vocazione dell’uomo, ma urta contro il deserto dell’individualismo che ci circonda. La “porta della fede”, ci ricorda in ultimo il Papa, è sempre aperta ed è possibile oltrepassare quella soglia; quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. I credenti - dice S. Agostino - si fortificano credendo. L’Anno della fede, insomma, come incontro vivo con Gesù vivo. Sia quest’anno 2012-13 un itinerario di ricerca come preambolo della fede per aiutare le persone sulla strada che conduce al mistero di Dio. Coraggio! Andiamo avanti e il nuovo pastorale, secondo il pensiero del Papa e del nostro vescovo don Gino ci farà raggiungere traguardi più luminosi. E non dimentichiamo la splendida affermazione di Giovanni XXIII: “Tantum aurora est” (è appena l’aurora).
Cordialmente
Don Vincenzo