AMORE SENZA LIMITI

La tentazione più grave e spesso la meno avvertita, è il pensiero di amare quelli che possono e sanno di fatto rispondere e ricambiare. Sembra che l’amore sia un contratto: io ti do se tu mi dai, e ti do tanto quanto voglio ricevere da te. Così si inventa non più l’amore, ma un egoismo sempre più pesante e minaccioso, sempre più camuffato di saggezza e persino di giustizia, ma non si inventa né l’amore né la vita. Entra in gioco non più la fantasia che allarga e rende grande il respiro, ma la matematica che vuole contare, la piccola regola del tanto quanto: entra in gioco la priorità che non è mai dalla propria parte ma dall’altra. Il meccanismo della vita è un altro: è il meccanismo del dono, dello straripare della realtà che non può restare chiusa e ferma col pericolo di marcire e di disfarsi, è il meccanismo di una superiorità che non viene da nessun diritto, ma soltanto dalla percezione di “essere” qualcuno, e di “avere” qualcosa che non termina in sé stessi. Altrimenti, dove va la gioia di poter inventare la vita? Si diventa schiavi dell’altro, delle risposte, delle proposte, della iniziativa che non viene da noi: allora la vita è inventata non da noi ma da altre persone, e quando sono gli altri che inventano mai raggiungono la nostra vera personalità, mai colgono il nostro volto più genuino. La nostra vita è sempre e solo un dono di amore: se tutto diventa così, se anche i momenti più neutri o più noiosi, e persino i momenti negativi di fatica, di sofferenza, di sconforto (capitano, e spesso!) entrano nella festa, entrano a far parte della vitalità che c’è in noi, tutto cambia, tutto diventa luminoso. Che cosa pensiamo di inventare di più e di meglio di un amore senza confini, un amore che mai potrà essere smentito né tradito, un amore che cerca solo di potersi esprimere, senza chiedere nulla? Che cosa possiamo chiedere al mondo se non che ci lasci amare, servire, soddisfare le necessità più o meno vistose che abitano nel cuore dell’uomo? La nostra vita di uomini non ha nessun altro senso che questo: poter amare, potersi donare. Contro ogni mania di potere, di accaparramento, di sfruttamento, contro ogni teoria che sotto diverse forme tende a rendere l’uomo vittima dell’uomo, noi siamo di quelli che invece affermano la gioia e la grandezza di poter amare, servire, di spendere la vita per gli altri, di godere la vita come una festa con gli altri. Amare vuol dire “perdere la vita”, giocare il tutto per il tutto, donare senza contare. Dopo tutto, se è vero che siamo figli di Dio, creati a immagine e somiglianza di lui che è amore, siamo esseri creati per amare, e tutta la nostra capacità fondamentale sta nel saper amare. Qui è la nostra gioia più grande.

S. M.