AMORE PURO ?

Il 25 giugno scorso il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, avallava la decisione del Senato dello stato di rendere legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Cuomo disse: “Questo voto oggi manda un messaggio al paese. Questa è la strada da seguire, il momento di farlo è adesso, e si può fare; non è più un sogno o un’aspirazione. Penso che vedremo sviluppi rapidi”.
Quattro senatori repubblicani hanno votato a favore della legge, rendendosi decisivi per la sua approvazione. Uno di loro, Mark J. Grisanti, ha spiegato: “Chiedo scusa a coloro che si sentano offesi. Ma non posso negare a un essere umano, a un contribuente, a un lavoratore, alla gente del mio collegio e di questo stato, lo stato di New York, e a coloro che lo rendono grande, gli stessi diritti che ho assieme a mia moglie”. Qualche giorno prima, il 23 giugno, il noto oncologo Umberto Veronesi asseriva che “l’omosessualità è una scelta consapevole e più evoluta. Quello omosessuale è l’amore puro”. Puro perché non finalizzato alla procreazione. Quando ho letto questa dichiarazione - che non è sostenibile sotto nessun profilo, né razionale né etico né morale - mi sono tornate alla mente le parole di un giovane omosessuale, il quale sosteneva che gli eterosessuali fossero i veri “diversi”.
Bontà sua.
La logica ed il buon senso sembrano essere andati a farsi benedire. Cosa ci sia di puro in una relazione omosessuale rispetto ad una eterosessuale non è dato di comprendere. Se la purezza dovesse essere legata alla procreazione, sarebbe irrazionale affermarne l’impurità, giacché grazie alla relazione uomo-donna la specie umana non si è ancora estinta, malgrado i tanti tentativi di clonazione e pseudo-scientifici per superare la dualità maschio-femmina e fare di tutta l’erba un fascio, con notevoli implicazioni sui piani psicologico, etico e scientifico.
Non c’è dubbio che l’omosessualità sia una tendenza. Ma che sia la “tendenza” del futuro o la chiave di volta verso la purezza dell’amore, francamente ci sembra una affermazione bizzarra, quasi un colpo di sole. E non v’è neppure dubbio che l’omosessualità, in sé, non sia da considerarsi sic et simpliciter un peccato contro natura, purché sia vissuta castamente, così come è richiesto agli eterosessuali, anche nel rapporto di coppia e matrimoniale, che resta la piattaforma su cui si sviluppa l’unione insuperabile fra uomo e donna, il concetto di famiglia, naturalmente aperto alla procreazione ed alla diversità.
Certo, si pone la questione democratica e civile di riconoscere alcuni diritti ad altre unioni, purché non si mettano sullo stesso piano e non si dia la medesima rilevanza a queste “unioni altre” rispetto al matrimonio fra un uomo ed una donna, civile o religioso. Il futuro dell’umanità è nelle mani delle unioni familiari, come anche la stabilità sociale. Le altre unioni o forme di affettività non vi equivalgono perché intrinsecamente e naturalmente sterili e chiuse alla diversità, come del resto testimoniano le tendenze agli uteri in affitto o alle adozioni alle coppie gay.

Salvatore Bernocco