8 marzo: il lungo cammino delle donne

8 marzo: il lungo cammino delle donne.
Le donne hanno conquistato diritti un tempo impensati. Spesso restano sulla carta: la variabile maternità, la conduzione della casa sono tra gli ostacoli più frequenti.
Dopo gli anni della rivoluzione femminile, l’euforia è calata, e ne sono segnali inquietanti i casi di donne che rifiutano i loro nati e spengono a volte anche la propria vita.
I diritti restano impediti dalla maternità, ostacolata dalla scarsa flessibilità nell’orario di lavoro, dalla difficoltà di conciliare carriera e famiglia.
Manca una vera politica della famiglia.
Nei sondaggi emerge che gli unici lavori dove la donna(solo però se giovanissima e carina) ha più opportunità anche in termini di guadagno sono quelli di modella, letterina, velina.
Brutto segno. Si falsifica l’immagine femminile, complici la televisione, la pubblicità, la stampa con l’ossessiva proposta della donna-oggetto, carina e ammiccante.
La falsificazione non riguarda soltanto il denudamento dei corpi. Il problema è lo sfruttamento continuo dell’immagine femminile in moltissimi campi, 24 ore su 24. In questo tempo-mercato i venditori, a tutti i livelli, cercano la donna come appoggio al prodotto da piazzare, più che come oggetto sessuale.
Accostano sempre un corpo femminile all’auto, alla birra, al profumo. E’ un codice falso. Tutto questo si riflette sui piccoli, sui bambinioggetto che presto imparano a vedere come oggetto le donne. Una rozza educazione sentimentale avuta attraverso telefilm e soap (innamoramenti facili, tradimenti a catena) crea modelli di comportamento sbagliati e per giunta illusori.
Un po’ come vedere – osserva il giornalista Pietro Gargano – la guerra in tv: fredda, distante, il sangue come macchie di colore.
Un ragazzino è portato lontano dal vero orrore, così come nel rapporto con la donna si ferma all’apparenza nemica della verità. Tv e certa stampa come fabbrica di donne falsificate, lontane dalla realtà? Sì, il cammino delle donne è ancora lungo.

ACCADDE CENT’ANNI FA
La Festa della Donna risale al 1911 quando, nell’incendio di
una fabbrica di New York, trovarono la morte 146 operaie.
Le lavoratrici; tra cui molte italiane emigrate, erano stipate in
stanzoni soffocanti senza sistemi di sicurezza. La tragedia
scatenò un putiferio, migliaia di operai sfilarono dietro il
funerale. I responsabili furono assolti e se la cavarono con
una manciata di dollari!