IL GIUBILEO: INCONTRO CON DIO, IL CUI NOME È MISERICORDIA

È l’anno della misericordia: l’Anno santo. E a proposito di misericordia, vale la pena rileggere il bellissimo discorso di papa Francesco a conclusione del Sinodo. Egli si è chiesto che cosa resterà di questa importante riflessione comune della Chiesa sulla famiglia. Certamente non si potrà dire di aver detto tutto e per sempre su questa realtà. Ma è stata messa una base per illuminare ogni cosa: «La luce del Vangelo», che è annuncio della misericordia di Dio. «L’esperienza del Sinodo», ha detto il Papa, «ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono». Le formule sono necessarie, non vanno sminuite. Si tratta però di «esaltare la grandezza del vero Dio, che non ci tratta secondo i nostri meriti e nemmeno secondo le nostre opere, ma unicamente secondo la generosità illimitata della sua misericordia». Siamo chiamati, perciò, a «superare le costanti tentazioni del fratello maggiore e degli operai gelosi» e a valorizzare di più le leggi e i comandamenti che sono stati «creati per l’uomo e non viceversa». L’Anno santo straordinario ci fa entrare davvero nel cuore del Vangelo. Perché Dio è misericordioso, anzi, come ha detto un giorno Benedetto XVI, il suo nome è Misericordia. L’ha ribadito papa Francesco nel suo discorso: «Il primo dovere della Chiesa non è distribuire condanne o anatemi, ma proclamare la misericordia di Dio, chiamare alla conversione e condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore». La salvezza, infatti, cioè la felicità, la gioia, la pienezza di vita che il nostro cuore cerca, è «inacquistabile», cioè non la possiamo raggiungere con le nostre opere e i nostri sforzi umani. Ci è stata invece donata gratuitamente da Cristo sulla croce. Da parte nostra dobbiamo semplicemente accoglierla, lasciandoci commuovere e trasformare dall’amore di Dio, fino a testimoniarlo con tutta la nostra vita. La conversione vera non può che nascere «come risposta a Colui che ci ha amato per primo e ci ha salvato a prezzo del suo sangue innocente, mentre eravamo ancora peccatori». Davvero, che questo Giubileo sia per tutti noi un incontro con il Dio della misericordia.

A.R.