L’arrivo della venerata icona della
Madonna Pellegrina di Fatima è
un evento importante e
significativo per la nostra comunità,
non solo per quella del SS. Redentore,
il cui parroco saluto cordialmente
insieme ai componenti del Consiglio
Pastorale Parrocchiale e a don
Michele Del Vecchio, parroco della
chiesa di San Michele Arcangelo. Da
un punto di vista laico, sebbene sia
credente, mi preme sottolineare
quanta importanza abbia il fenomeno
religioso e di fede per lo sviluppo
sano di una società. La fede non è
contro qualcosa o qualcuno, ma deve
essere sempre al servizio del bene
comune, in modo particolare di quanti
sono in condizioni di sofferenza. La
sofferenza assume molti volti ed
interpella tutti, nessuno escluso, laici e
cattolici. La nostra comunità cittadina
ha solide radici religiose. Le nostre
tradizioni ne sono impregnate, per
cui, citando Croce, potrei dire che
“non possiamo non dirci cattolici”. La
nostra cultura è cristiana. La cultura
dell’accoglienza deve molto, se non
tutto, alla fede. Ovviamente il
cattolico non è l’unico detentore del diritto, del bene, delle virtù sociali, per
cui postuliamo una società dove la
tolleranza e la solidarietà mettano
insieme tutti gli uomini di buona
volontà, quale che sia il loro credo
religioso. È altresì ovvio, però, che
come ci insegna Papa Francesco, al
credente è richiesto un surplus di
impegno, e ciò come testimonianza,
come missione, come vicinanza al
Cristo dei Vangeli.
La Vergine di
Fatima era una
donna. Una donna
speciale, ma pur
sempre una donna
che ha fatto della
sua vita un dono ed
un capolavoro. Le
donne hanno una
funzione speciale
nel mondo e nella
comunità. Per
molto tempo
emarginate,
scoprono le loro
potenzialità al
servizio degli ultimi,
coniugando
tenerezza ed
onestà, lavoro e
tenacia. Madri,
figlie, sorelle,
amiche dell’uomo,
esse sono un punto
di riferimento
ineludibile.
Mi auguro che
questi giorni di
permanenza della venerata immagine possano suscitare
sentimenti di fratellanza e di rispetto,
che possano essere di stimolo ad
intraprendere un cammino di
revisione delle nostre scelte, molto
spesso dettate dall’egoismo. Quale
che sia la nostra fede, siamo uomini e
donne che possono crescere solo
insieme. Non ci si salva mai da soli. Le
teorie sull’autosufficienza sono errate
perché conducono alla distruzione del
tessuto sociale e familiare, su cui la
società si fonda.
Mi si permetta, infine, da credente, di
rivolgere alla Vergine la preghiera di
vegliare sul nostro paese, che sta
affrontando sfide difficili e complesse.
Ho letto nel programma che una
giornata di preghiera è stata dedicata
ai poveri ed ai disoccupati. Ho
apprezzato molto questa scelta, frutto
di una grande sensibilità e di una
attenzione ad una piaga sociale che
va allargandosi. Ci vorrebbe un
miracolo, ma l’uomo non deve
delegare a Dio ciò che può fare con la
sua volontà ed intelligenza. Le
chiediamo, tuttavia, di aiutarci nelle
difficoltà di ogni giorno, certi delle sue
materne premure.
Grazie.