Gentile signora Cettina Militello, la
conosco attraverso i suoi articoli su
Vita Pastorale, e mi sento di porre
oggi a Lei questa domanda: “che cosa ne
pensa dei messaggi di Medjugorje?”.
Anche stamattina, nell’atrio della chiesa
c’erano striscie di carta contenenti i
messaggi del 2 dicembre 2012, 25
novembre 2012 e 2 gennaio 2013. Non
glieli trascrivo perché immagino che Lei
possa agilmente trovarli da sé.
Mi sono sentita offesa nella mia
intelligenza, ma potri essere io “fuori di
testa”, perché vedo qui in parrocchia gente che non desidera altro dalla vita se
non questo! Gradirei molto un suo
commento.
L.V.
Risponde Cettina Militello.
Cara Lucia, grazie per la fiducia che mi
mostra. Spero di non perderla dicendole
che né conosco i messaggi di Medjiugorje,
né mi interessa conoscerli. Si ho notato
anch’io che ci si premura di affiggerli alla
porta delle chiese e che dappertutto
imperversa questa immagine diafana della
Madre del Signore. Tutta lasciando a Lei la
libertà d’intercedere a nostro favore (e,
ovviamente, anche di mostrarsi), con tutto
il rispetto, so di non essere obbligata, né io
né altri a fare di queste manifestazioni -
vere o presunte - l’oggetto dell fede.
Nella parrocchia della mia infanzia e
giovinezza splendeva la “lampada” sia
dinanzi al tabernacolo che dinanzi al
Vangelo aperto. Chiunque, anche se
andava di fretta, poteva, portarsi a leggere
il brano del giorno. Parlo di Vangelo e non
di Bibbia perché sono anagraficamente
“datata”: la Bibbia l’avremmo scoperta,
poi, dopo il Vaticano II.
La mia fede è maturata col cuore, certo,
ma anche con la mente. Mi é stato di
diffidare dal sensazionale e piuttosto di
aprire gli occhi sul miracolo che ogni
giorno segna la nostra vita. Se già é una
meraviglia guardare il mondo nel quale ci
è dato di vivere, e la meraviglia non passa
malgrado la nostra inadeguatezza a
condurlo secondo il disegno di Dio, una
meraviglia ancora più grande, se ci
crediamo, è l’essere figli nel Figlio cioè partecipi della vita stessa di Dio, membra
vive del suo corpo, la Chiesa, che lo
Spirito non cessa di accompagnare
malgrado la resistenza che gli opponiamo,
malgrado la sordità o cecità al suo soffio e
alle azioni che egli compie in noi e per
noi.
Dinanzi alla mistica sacramentale - morti e
risorti in Cristo ci nutriamo del suo corpo -
francamente mi sembrano irrilevanti tante
esperienze e metodiche, che pure rispetto.
Ma nessuno può chiedermi di recepire
come “messaggio rilevato” un dire
mediato che mi raggiunge attraverso il
filtro di una sensibilità altrui (il/la/i
veggenti) che sempre comunque
interferisce, che sempre - anche senza
volerlo - può essere manipolata. Insomma,
se ho da ascoltare, apro la Bibbia e non a
caso, e mi sforzo di penetrarla e
accoglierla nella sua forza interpellante. Se
poi a Medjugorje, come in altri posti, la
gente, va, prega, cambia vita, non posso
che rallegrarmene, a condizione che non si
spacci per fede l’umiliazione della della
loro mente. Dio ci ha creati mettendo in
noi la voglia infinita di coglierne il mistero.
La lotta per conoscerne il Nome, ossia chi
Egli è è lotta della vita intera. Ma si
compie appellando all’interezza delle
proprie risorse personali, non alimentando
quella “venecredulità” che già Pio XIII,
devotissimo della Vergine deplorava.
Il punto è sempre lo stesso: che ne
abbiamo fatto del Concilio? I devoti di
Medjugorje - preti soprattutto - usino la
cortesia di leggere LG VIII. Forse capiranno
che la risposta alla doverosa creatività
pastorale non è quella rapida e precisa dell’emozione. Il loro compito generare alla fede e alimentarla, non di offendere l’intelligenza dei fedeli. No davvero, non é lei “fuori di testa”. Parliamo o no di fede adulta? Non siamo forse nell' “Anno della Fede” e non parliamo di “nuova evangelizzazione”?
da Vita Pastorale
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Festa della Candelora:
la candela illumina
e purifica
Il significato è simbolo di Gesù.
La cera, frutto dell’ape regina,
“esprime il corpo di Gesù,
frutto immacolato del Verginale
seno di Maria. Lo stoppino è
l’anima del Salvatore che dà vita
e forma al corpo umano, mentre
la fiamma, diffondendo la sua
luce e il calore, simboleggia la
divinità del Salvatore, in grado di
innescare in ogni cuore umano la
fiamma divina del bene, del
sapere, della saggezza”.
Accanto a Maria è sì simbolo
della luce, del rapporto tra spirito
e materia. E più direttamente
legata all’idea della purificazione
di Gesù, a tal punto da aver dato
vita alla festa della cosiddetta
Candelora (il 2 febbraio, 40
giorni esatti dopo il 25 dicembre,
giorno della Natività).