UNA NUOVA FASE?

Sic transit gloria mundi.
È quanto disse Silvio Berlusconi apprendendo dell’uccisione del leader libico Gheddafi, la cui fine, all’indegna della violenza estrema, non è di buon auspicio per la nuova Libia. Tutt’altro. Quando si uccide il proprio nemico, ci si pone sullo stesso piano delle violenze che ebbe a perpetrare. La legge del taglione sopravvive, quindi, e non è affatto una buona notizia. Tuttavia, anche per Berlusconi si chiude un’epoca costellata di episodi incresciosi e volgari che hanno condotto il Paese ad una sorta di isolamento europeo ed internazionale.
Potremmo dire che la stagione della politica “bunghista”, fatta di proclami, marketing elettorale, promesse mancate, donne scosciate, episodi incresciosi(come le corna nei vertici internazionali o le barzellette erotiche o certi commenti su capi di governo donne), si chiude nel peggiore dei modi. La maggioranza è venuta meno, molti “fedelissimi”, fiutata l’aria, hanno preso il largo. I riposizionamenti sullo scacchiere politico sono cominciati, con la transumanza di alcuni, come la Carlucci, forzista della prima ora, dal PDL all’U.D.C., che mi auguro non diventi la casa dei rifugiati o il refugium peccatorum o l’approdo dei malpancisti o una sorta di caritas per i senzatetto della politica. Il riciclaggio ed il trasformismo sono antichi mali della politica italiana. Tollerarli ancora oggi; ritenerli quasi naturali, sarebbe come sostenere l’impossibilità di inaugurare una nuova fase politica all’insegna della chiarezza, dell’onestà della trasparenza dei comportamenti. Sarebbe quindi auspicabile che si faccia piazza pulita di certi personaggi e si rottamino certi comportamenti che rendono l’idea del Parlamento come di un pantano o di una jungla. Caduto il re, i cortigiani, che avevano già pronte le valigie, se ne sono andati in cerca di casa, sperando che qualcuno li ricandidi e di tornare a riscaldare le agognate sedie della Camera o del Senato, lautamente – ed ingiustamente – troppo retribuite alla faccia di tanta gente che non sa cosa fare per dar da mangiare alla propria famiglia. E tanto accade in un Paese cattolico, sede della Santa Sede. È come dire che viviamo in terra di dei pagani: il denaro, il sesso, il potere, l’egoismo più sfrenato, la corsa agli idoli della mentalità consumistico-nichilista. E gli ideali? Materia eterea o per idealisti irriducibili. Non va affatto bene. Senza valori ed ideali, come si è visto, non si va da nessuna parte, c’è solo il baratro.
Senza giustizia e verità, uno Stato perde di credibilità e di fiducia.
La situazione economica e finanziaria del Paese è fuori controllo. Ma mentre l’attacco speculativo all’Italia si faceva più virulento, il nostro presidente del Consiglio, invece di adottare provvedimenti per la crescita, invece di far girare l’economia, faceva girare la cosiddetta “patonza”. Come soluzione non c’è male. Forse per sostenere la crescita pensava alla riapertura delle case chiuse dalla legge Merlin. Se penso che osò paragonarsi ad Alcide De Gasperi, un brivido mi corre lungo la schiena.
Ma quella stagione di estrema decadenza sembra ormai archiviata. Ora pare che arrivi Monti, un tecnico che dovrebbe risolvere i problemi accumulati dalla politica con un governo di larghe intese. Mi sembra una folle speranza.
Tuttavia, è senza dubbio la certificazione del fallimento di tutta una classe politica, specie di quella che ha governato il Paese, del declino irreversibile di un modo di essere incentrato sui disvalori etici.
La nuova fase non potrà quindi prescindere da un modo di essere diverso. Si tratta di ricollocare al centro della politica la persona umana, ma non una tantum o nei convegni o nelle omelie o nelle cerimonie pubbliche, ma nella realtà effettuale di ogni giorno. Se questo non dovesse accadere, saremo compagni di sventura non già della Grecia, ma di qualche paese africano.

Salvatore Bernocco