UNO SPETTACOLO DESOLANTE

Lo spettacolo a cui da tempo stiamo assistendo è a dir poco desolante. Intendiamo riferirci alla vita politica, ai politici, i quali, con le dovute eccezioni, sembrano presi da una serie di questioni che poco o nulla hanno a che fare con i problemi reali del Paese e delle fasce più deboli della popolazione. I problemi della scuola, dell’economia, della pubblica amministrazione appaiono secondari rispetto a faccende quali il legittimo impedimento e talune leggi salvacondotto che sembrano tagliate su misura per i potenti e solo per essi.
Su di esse la politica è avvitata da diverso tempo. Per tacere di scandali piccoli e grandi, di escort e faccendieri, di un sistema corruttivo diffuso e trasversale, di forze politiche radicate al Nord che usano un linguaggio scriteriato e di amministratori locali che discriminano le persone a seconda del colore della pelle ed intendono fare della scuola pubblica una protesi del loro partito.
Lo spettacolo è francamente indecente, tanto da preoccupare la stessa Chiesa cattolica che, per bocca del presidente dei Vescovi italiani, il cardinale Angelo Bagnasco, invita ancora una volta i cattolici “con doti di mente e di cuore” ad entrare nell’agone politico per dare il loro contributo di idee alla costruzione di un Paese più giusto e solidale, specie in questo momento in cui il cosiddetto federalismo, voluto dalla Lega Nord, rischia di dividere il Paese in due o tre macroaree con consistenti vantaggi esclusivamente per le regioni più ricche.
È il disegno della Padania – che non esiste né dal punto di vista storico né geopolitico – che prende forma attraverso l’escamotage ed il pretesto del federalismo. Di fronte allo sfascio delle istituzioni democratiche e a certa politica che pasce se stessa non si può restare indifferenti e tacere. È giunto il momento di dare il benservito a tutti quei politici che si sono arricchiti con la politica e hanno collezionato case e proprietà per sé e per la propria discendenza, alla maniera degli antichi feudatari. Emblematico il caso dell’ex ministro Scajola, il quale – non si sa come – si ritrovava proprietario di un appartamento a Roma a sua insaputa. Caso emblematico e ridicolo. Ma non è l’unico. L’elenco sarebbe lungo ed includerebbe anche i politici delle amministrazioni locali.
Come non ricordare lo scandalo della sanità alla Regione Puglia? Fiumi di denaro pubblici dirottati nelle casse di alcuni imprenditori affinché se ne potessero ottenere favori di vario genere. Anche in questo caso indagati politici, affaristi e direttori generali, con contorno di cocaina ed escort.
Il relativismo etico sta distruggendo la civile convivenza; un’idea distorta di democrazia e libertà sta minando le basi delle nostre istituzioni democratiche; una politica ridotta a bivacco e a mercato delle vacche rischia di allontanare sempre più i cittadini dalle istituzioni. Il cardinale Bagnasco fa pressione perché si sappiano coinvolgere i giovani nella vita politica, “pur se ciò significa circoscrivere ambizioni di chi già vi opera”. Ecco, ci sono giovani dotati di intelligenza e cuore che possono imprimere una svolta alla politica, tuttora prigioniera delle vecchie volpi. La difficoltà sta proprio nelle ambizioni di chi domina i partiti, anche a livello locale, i quali non vogliono rinunciare a nulla, come se la politica non possa fare a meno di loro, o meglio loro non possano fare a meno della politica. Le uniche armi in possesso dei cittadini sono il voto e la partecipazione attiva, consapevole e responsabile. Bisogna eleggere persone serie, competenti ed oneste e poi partecipare, controllare, informarsi. Dove c’è ignoranza c’è delitto e sopruso, ed un metro di misura dell’onesta dell’amministratore locale sta nel suo grado di povertà e distacco dai beni. Se questi, a termine del proprio mandato, non è diventato più ricco di quanto era, anzi più povero, egli è stato un buon amministratore. In caso contrario andrebbe rispedito a casa e dimenticato in fretta.


Salvatore Bernocco