PENSIERI DEL MAI DIMENTICATO DON TONINO
Carissimi fratelli ammalati, oggi il mondo corre
sui binari dell’efficienza:
produrre, produrre, produrre.
Scivola sulle strade a scorrimento veloce del produttivismo: se non produci, a che
servi?… E allora che cosa
siamo noi ammalati: mendicanti in cerca di pietà? Poveri
in cerca di surrogati di speranza? A questo punto vorrei
far esplodere fortissimo il mio
“NO!”. No, non è così. Vedete,
Avviso sAcro
conferenza Episcopale italiana
Ufficio Nazionale
per la pastorale della salute
vi dico una cosa. Se noi dovessimo
lasciare la croce su cui siamo confitti (non
sconfitti) il mondo si scompenserebbe.
E’ come se venisse a mancare l’ossigeno
nell’aria, il sangue nelle vene, il sonno nella
notte. La sofferenza tiene spiritualmente in
piedi il mondo. Nella stessa misura in cui
la passione di Gesù sorregge il cammino
dell’Universo verso il traguardo del Regno.
In questo, Gesù è il nostro capo.
Bellissimo, oggi, sentircelo al centro,
Gesù. Lui confitto su un versante della
croce e noi confitti, non sconfitti, sull’altro versante della croce, sul retro.
Da una parte c’è lui… E dall’altra c’è
lei, Maria, la nostra madre, la regina
degli inferni. E ora, perché il nostro
lamento si trasformi in danza, vorrei
dirvi ancora: non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è
qualcosa da tenere nascosto. Non è
un tabù. E’ quella parte della nostra
carta d’identità che ci fa rassomigliare
di più a Gesù Cristo. Come facciamo
a tenerla nascosta? E’ una tessera di
riconoscimento incredibile, straordinaria. Non dobbiamo vergognarci della
nostra malattia. Dobbiamo essere fieri.
E dobbiamo lottare contro la malattia.
Dobbiamo lottare. Mai rassegnarci,
come non si è mai rassegnato Gesù…
Tanti auguri, carissimi fratelli. Il Signore
vi benedica insieme con tutti coloro
che vi stanno accanto e che vi danno
una mano perché la salute rifiorisca.
don Tonino Bello