Gesù sì, la Chiesa no!

È dunque necessario cercare di
ricomporre e analizzare i legami che li
uniscono onde evitare confusioni o
contrapposizioni che non ci
permetterebbero di vederli in modo
unitario e inscindibile.
Anzitutto se rileviamo alcuni dati che ci
vengono trasmessi dai vangeli ci
rendiamo conto come sin dall’inizio del
suo ministero pubblico Gesù ha iniziato
a predicare l’avvento del Regno di Dio,
chiedendo la conversione e donando il
perdono dei peccati. Mentre svolge
questa missione affidatagli da Dio, Egli
non si limita solo ad annunciare, ma
chiama anche alcuni dei suoi ascoltatori
a seguirlo, a stare con Lui, costituendoli
discepoli, apostoli, creando così una
piccola comunità voluta da Lui, che sarà
la prima testimone di quanto farà e dirà.
E vediamo anche che questa nuova
comunità viene chiamata, in modo
privilegiato, ad essere protagonista di
questa missione.
In Mt. 16, 17-19, Gesù su Pietro, capo
degli apostoli, fonda la sua Chiesa
assicurando che il male non avrebbe
mai prevalso su di essa e dandole il
potere di legare e di sciogliere cioè di
agire in nome suo, e in un altro brano
invia questo gruppo ad annunciare, a
donare il battesimo, a proclamare la
liberazione, la buona novella, in poche
parole il Regno di Dio.
Questa nuova comunità viene chiamata
a custodire fedelmente e integralmente
il messaggio di Gesù e non solo, perché
viene anche chiamata a proporlo a tutti
come via che conduce alla salvezza.
Possiamo dunque dire che nel periodo
pre-pasquale Gesù ha preparato la
fondazione della Chiesa - nella sequela
e nell’istituzione dei suoi discepoli - ma è anche vero che l’autentico atto di fondazione dovette tuttavia avvenire quando Gesù Risorto ebbe compiuto la sua opera e in forza della sua morte e risurrezione potè alitare il suo Spirito sulla Chiesa nascente.
Il Cristo dunque appare e chiama i suoi testimoni a formare la nuova comunità e li trasforma nel suo Corpo. E’ di fondamentale importanza la risurrezione perché senza di essa non si darebbe né Chiesa né Fede, perché la fede pasquale costituisce e conferma la comunità-Chiesa.
Dobbiamo anche ammettere che la Chiesa come istituzione si è sviluppata non solo a livello gerarchico ma anche a livello dottrinale. Questo però non vuol dire che Essa sia cambiata o non sia più quella voluta da Cristo. La Chiesa, lungo i secoli, ha dovuto affrontare eresie, lotte, contraddizioni, e anche periodi bui.
Questo però è inevitabile proprio perché formata da uomini soggetti a sbagliare.
La Chiesa ha anche cercato di adeguarsi ai tempi, di camminare con la storia, non poteva rimanere quella di 2000 anni fa.
Questo ci permette di capire il perché di certi cambiamenti; occorre però sottolineare che la sua dottrina, la sua fede, il suo credo, quello che Gesù le ha voluto affidare è rimasto immutato, perché la Chiesa non potrebbe mai arrogarsi il diritto o potere di modificare ciò che Dio stesso in Cristo le ha voluto rilevare e consegnare.
Possiamo dunque concludere dicendo che tra Gesù e la Chiesa c’è un legame strettissimo, e non possiamo preferire l’uno e rifiutare l’altro, o ritenerli come due realtà separate. La Chiesa è il luogo privilegiato per incontrare Cristo ed è via di salvezza.
Già l’apostolo parlando della Chiesa la definiva come il corpo di Cristo. Amiamo dunque Gesù e anche la sua Chiesa perché attraverso di essa raggiungiamo e conosciamo Lui che è la nostra salvezza.