Le valigie, il tempo… e la vita


Proprio questa mattina, dopo tre giorni di permanenza, è partito dal Centro Nazareth un simpatico gruppo parrocchiale.
Mi ha colpito una cosa… banale: il traffico vorticoso delle valigie.
Puntuali, allegri, uniti, questi nostri amici erano arrivati tutti stanchi e trafelati con le loro valigie e bagagli, sistemandosi nelle camere loro assegnate.
E questa mattina, all’ora stabilita, la partenza. Ognuno è sceso dalle camere con le proprie valigie, grosse e piccole.
Saluti, abbracci…
Ma quelle valigie in arrivo frettoloso, ed in partenza
veloce, direi quasi precipitosa, mi fecero una certa impressione.

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Pensavo: così è la vita.
È un camminare svelto. Ognuno con le proprie valigie: poche o molte.
E non ci si può fermare.
E mi veniva in mente una bella frase, sentita da un caro amico, e che deve essere di non solo quale scrittore; “La vita può essere anche un comodo quarto posto nello scompartimento di un vagone di prima o di seconda classe… Ma ad un certo punto bisogna scendere”. BISOGNA SCENDERE!
Guardando quei cari amici in partenza… mi veniva da riflettere: comunque, ad un certo punto, bisognerà veramente, definitivamente scendere.
E… queste valigie, non avranno allora più senso.
Bisognerà aver preparato e tener pronte ben altre valigie!

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Valigie… e tempo.
Il tempo, la cui natura è passare, morire.
E che è pure la cosa più preziosa della nostra vita, fatta di tempo.
Ed è per questo che essa col tempo vola, …si spegne,muore.
Ed è appunto il tempo che farà un giorno giustizia di tutte le valigie.
Bisognerà deporle tutte: quelle leggere e quelle pesanti; le poche e le molte, e le troppe.
Non si potrà portare oltre il morire del tempo né oro né argento, né preziosi.
E se le cose stanno così, non sarà forse il caso di vedere se nella vita, anche noi ci trasciniamo dietro troppe valigie, troppo ingombranti, inutili? Mentre “…bastano poche cose, o, anzi una cosa sola”?
(cfr. Lc 10,42).

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Il tempo e l’eternità.
Sia benedetto il Padre nostro che è nei Cieli, che ci ha posti nel tempo, che corre, passa, e muore, proprio perché noi, dopo questa vita effimera, giungessimo a partecipare della stessa sua vita che è Eternità di amore e di gioia.
Il tempo scorre misterioso, sì che la nostra vita si muove correndo veloce come su una puntina: l’“adesso”, per giungere al suo tramonto.
In quel punto preciso dove gli uomini gridano “morte!” e “fine!”; per l’infinita bontà del Padre, per la morte di Gesù Dio fatto uomo, comincerà per noi la vera Vita.
L’effimera vita nel tempo è proprio perché mettiamo, non in una valigia, ma nella nostra anima, il “tesoro nascosto” di cui parla Gesù.
Questo tesoro è l’Amore: la Vita divina a noi comunicata tramite la morte di Gesù.
Questo germe divino, diventato anima della nostra anima, anima di ogni nostra azione, deve svilupparsi proprio nella effimera vita che scorre nel tempo.

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Aguzzare dunque gli occhi per forare le cose. Oltrepassarle. Forare il tempo. Pregustare la gioia dell’eternità.
…Beni e gioie di quaggiù; dolori e croci, ritroveranno così il loro giusto posto, la proporzione esatta: mezzi, solo mezzi, e gradini da mettere sotto i piedi per ascendere sempre più in alto nella nostra statura di figli di Dio, camminando nel tempo, FATTI PER L’ETERNITÀ.


d.P.