Miei Cari,
la primavera incipiente mi fa riandare alle viti in fiore che spandono profumo, come afferma il Cantico dei Cantici, ma anche alla stupenda immagine riferita da Gesù: “Io sono la vera vite”. La vite era la pianta che rappresentava simbolicamente il popolo di Israele. Dichiarandosi la vera vite, Gesù inaugura una nuova alleanza da un respiro universale e il suo orizzonte si allarga a tutta l’umanità. Appartenere al popolo di Dio non dipende quindi dalla razza, dalla religione, ma dalla adesione a Gesù. Egli stabilisce molto bene i ruoli specifici: Lui è la vite e il Padre è il Vignaiolo.
“Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie”: ogni componente della Comunità di Gesù che partecipa all’Eucarestia, si ciba del pane della vita, ma poi non si fa pane per gli altri, non porta frutto, “questo lo toglie”. Il Signore Gesù ci nutre per nutrire gli altri. Chi non si fa pane per gli altri è un parassita perché, pur ricevendo la linfa non lo traduce in amore per gli altri.
“Ogni tralcio che porta frutto lo purifica perché porti più frutto”. Il Padre non “pota” ma “purifica”. L’unica preoccupazione del credente è nel ricevere linfa vitale, l’amore del Signore per tradurlo in altrettanto amore, in fonte di vita per gli altri.
Quelle impurità, quei difetti, gli elementi negativi, quelle tendenze che crediamo possono impedirci di portare frutti non siamo noi a doverle eliminare e neanche gli altri tralci che devono fare osservare. Ci penserà il Padre perché è interesse del Vignaiolo che il tralcio porti più frutto.
Ciò significa un cambio radicale nella nostra esistenza e nei rapporti con Dio.
Tutti i nostri sforzi per eliminare le imperfezioni hanno portato ad un irrobustimento dei difetti perché l’uomo si “Le viti in fiore spandono profumo” centra su se stesso e non ha la capacità di orientarsi verso gli altri e centrarsi sugli altri. L’unico compito, miei Cari, è il preoccuparsi degli altri. Gesù ci invita a non preoccuparci. Tutti abbiamo imperfezioni, elementi negativi. Il nostro unico impegno è quello di rendere felici gli altri. Se ci sono elementi che possono impedire di portare frutto o di comunicare vita agli altri, sarà il Padre che li eliminerà, non noi. E ci si chiedese il difetto, l’elemento negativo rimane? Si vede che agli occhi del Signore non è di impedimento per portare più frutto. Dice San Giovanni: “anche se il tuo cuore ti rimprovera qualcosa, stai tranquillo, stai in pace perché Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Ecco la buona notizia che una vite in fiore ci regala. Gesù ci dà grande serenità.
Quegli aspetti della nostra vita che reputiamo negativi, lasciamo che pensi Lui ad eliminarli perché è suo interesse eliminare dalla nostra vita tutto quello che ci impedisce di portare più frutto. E se il Padre non lo elimina, si vede che agli occhi suoi questo non è negativo: la religione, la società, come le mode cambiano, ma Dio non cambia mai. Questo ci dà un’enorme serenità.
Dice inoltre Gesù: “Voi siete già puri per la parola che vi ho annunziato”. Egli laverà i piedi agli apostoli non prima della cena, ma durante. È la partecipazione alla cena quella che purifica il discepolo, il partecipante. Non c’è da purificarsi prima di partecipare alla Cena, ma è partecipare alla cena che ci purifica. In fondo non è vero che bisogna essere puri per accogliere il Signore, ma è l’accoglienza del Signore che ci purifica. Mi pare che siano questi i pensieri che devono portarci a meglio vivere la Messa per “rimanere” nell’amore di Gesù perché più amiamo e più Egli ci dona l’energia per dilatare la nostra capacità d’amore. Proviamoci in questa esperienza.
Cordialmente
Don Vincenzo
vostro Parroco
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Mamma, nella tua festa un fiore…
Ogni fiore nasconde parole a centinaia.
La violetta è tenerezza, viene con la primavera a farci compagnia.
L’anemono è il fiore del vento, suggerisce speranza.
L’amarillide è fierezza, si regala alle spose.
La rosa è regina, ma ha dolci sussurri d’amore.
Il giglio è un tocco di candore sull’infanzia in festa.
Il ciclamino, amico delle ombre, dà lezione di modestia.
La Mistica Rosa è “il nome del bel fior” che ispirava Dante sulle
soglie supreme del paradiso.
A Maria, Rosa sempre fiorita, leviamo la preghiera e l’augurio per
te, Mamma, per tutte le Mamme.
La Comunità del Redentore