30 aprile 2010: Celebrata la 1a sessione per il Processo di Beatificazione di Don Tonino.
Diciassette anni fa, il 20 aprile 1993, Don Tonino spirava, lasciando segni indelebili del suo passaggio su questa terra di Puglia e nella Chiesa diocesana e non solo. Il suo insegnamento non sta tanto nelle sue parole, leggere ed incisive come poesie, quanto nei suoi gesti ed atti, nel suo comportamento, autentiche testimonianze dell’amore di Cristo per i poveri, gli ultimi, i dimenticati, gli oppressi dalle tante strutture di peccato che soffocano l’uomo e ne uccidono la speranza nell’avvento di un tempo isaitico, tempo di pace, di eclissi definitiva del male, di esaltazione del bene e del bello, di vittoria della paternità e della maternità di Dio sugli escamotage e gli inganni dell’Anticristo, il quale ordisce soffocanti reticoli di morte.
Don Tonino fu difensore della vita umana, attore e protagonista di battaglie per il lavoro, per la risurrezione dei giovani abbindolati dalle lusinghe delle droghe, che danno piacere senza benessere e poi dolori infiniti, per la difesa del territorio pugliese dall’occupazione manu militari con aerei e testate mortifere. Fu propugnatore di politiche dal volto umano, misericordiose, rivolgendo ai politici molti (ed inascoltati) appelli a prendersi cura delle città e delle parti più deboli e ferite di esse.
Si rivolse ai suoi sacerdoti con la tenerezza di un padre, invitandoli ad abbracciare la povertà evangelica in vista della ricchezza inestimabile del regno di Dio, a disfarsi di ritualismi senza anima per condividere la ferialità del quotidiano, per scendere a testa alta nelle piazze e nelle strade non per fare opera di proselitismo, ma per operare il bene, dal quale scaturiscono credibilità, fiducia, fede e rinnovato desiderio di Dio.
La nuova evangelizzazione di don Tonino verteva sulla veridicità della testimonianza personale. Evangelizzare, in altre parole, vuol dire essere cristiani piuttosto che dirsi cristiani, secondo la penetrante riflessione del cardinale Tettamanzi. Fedele interprete del Concilio Vaticano II, avrebbe tradotto sul piano pastorale le attese e le speranze da esso suscitate, quella nuova primavera punteggiata di freschezza, pulizia, carità, apertura al mondo di cui sono portatori sani gli uomini e le donne permeati dalla forza dello Spirito Santo che, se accolto, fa nuove tutte le cose. Senza dimenticare quanto sta scuotendo la Chiesa, chiamata a purificarsi e a convertirsi per le miserie di pochi che vengono spacciate come mancanze di una moltitudine, con don Tonino, memori del suo messaggio e dei suoi gesti, siamo chiamati ad interpretare una diversità che non è mai lontananza dalle cose del mondo, ma lievito e fermento di una coscienza rinnovata e sensibile, refrattaria all’egoismo, che interpella gli animi ed i cuori di chi è alla ricerca della verità e di un senso da dare alla propria vita.
Salvatore Bernocco