L’augurio dell’Arcivescovo Mons. Loris Francesco Capovilla

Celebrazione: Adorare Pregare Operare Amare

Carico di memorie e di eventi questo 2009 invita parrocchie, diocesi, chiesa universale a perseverare sui solchi dei padri e a rimediare il motto paolino che contrassegnò il pontificato di Pio X, che percorse tutti i gradi dello status ecclesiastico, da cappellano a Tombolo a pastore universale:”Ricondurre a Cristo unico capo tutte le cose” (Ef 1,10).
Per i parrocchiani del SS.mo Redentore è anno cinquantesimo di annuncio del Concilio Vaticano II e quarantesimo di sacerdozio del parroco mons. Vincenzo Pellegrini.
L’esultanza, i dovuti complimenti, gli auguri spontanei e intensi si coniugano con rinnovata riflessione sulla carta d’identità ricevuta al fonte battesimale: “Voi siete la luce del mondo. Non può restare nascosta una città che sta sopra un monte; né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Parimenti risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre che sta nei cieli” (Mt 5,14-16).
Gesù l’ha detto per ogni suo discepolo e per ogni comunità che da lui prende nome.
Il convenire festoso sta bene, così pure il profluvio di sentimenti di gratitudine e solidarietà.
Ma non basta a saldare il conto: “La parrocchia non è soltanto un tempio, un sacerdote, un territorio o una determinata porzione del gregge del Signore espressa in cifre più o meno eloquenti; essa è la cellula viva di un corpo e cioè del Corpo mistico di Gesù Cristo: è un essere vivo con il suo proprio anelito, con i suoi organi e le sue attività, con il suo sviluppo naturale e persino con i suoi problemi, le sue necessità“ (Pio XII).
Pastore e fedeli, sono consapevoli che solo tramite l’apporto di comunità che imitano e aggiornano la testimonianza di chiese domestiche e locali segnalate negli Atti degli Apostoli (2,42-47) si accende la speranza che l’umanità si purifichi, si perfezioni e progredisca.
I quarant’anni di messa di don Vincenzo destano dunque il proposito di fare della parrocchia la accolta di battezzati in continuo ascolto della Parola, assidui al sacramento della riconciliazione e al banchetto eucaristico, devoti della Madonna secondo le indicazioni dell’esortazione Marialis cultus di Paolo VI, indagatori dei segni dei tempi, instancabili cultori delle opere della misericordia.
Noi viviamo l’era del Concilio Vaticano II. Custodiamo gli insegnamenti di Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II. Camminiamo tenendo alta la fiaccola accesa di Benedetto XVI nell’ora misteriosa della sua elezione al papato: “Mi sta dinanzi la testimonianza di Giovanni Paolo II. Egli lascia una chiesa più coraggiosa, più libera, più giovane.
Una chiesa che, secondo il suo insegnamento ed esempio, guarda con serenità al passato e non ha paura del futuro. Col grande giubileo essa si è introdotta nel nuovo millennio recando nelle mani il vangelo, applicato al mondo attuale attraverso l’autorevole rilettura del Concilio. Giustamente Giovanni Paolo II ha indicato il Concilio quale bussola con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio (cfr Novo millennio ineunte, 57-58). Anche nel suo testamento spirituale egli annotava: Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito (17 marzo 2000).
Anch’io, pertanto, nell’accingermi al servizio che‘è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei predecessori e in continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa.
I parrocchiani del SS.mo Redentore, anche tramite felicitazioni e ringraziamenti offerti al loro pastore si sentono partecipi della sua stessa dignità sacerdotale e profetica che fa tutt’uno col dono del battesimo e si sentono coinvolti dalla voce del Concilio che propone la rievangelizzazione di villaggi e diocesi, il progresso nella verità e nella giustizia, più intensa preghiera, servizio disinteressato e coraggioso.
La manifestazione dell’8 dicembre vuole il calore e il commento dei cantici a noi familiari: Magnificat e Te Deum con la preghiera del santo dottore Tommaso d’Aquino:
Concedimi, Signore mio Dio, intelligenza che ti conosca, zelo che ti cerchi, sapienza che ti trovi, vita che ti piaccia, perseveranza che ti attenda con fiducia e fiducia che alla fine arrivi a possederti.
Questo piccolo fiore colto sul declivio del Colle San Giovanni nel villaggio natale di Papa Roncalli, offro con letizia e speranza al fratello don Vincenzo e al suo cenacolo pastorale.


+ Loris Francesco Capovilla
arciv.di Mesembria