EUCARESTIA: TRIBUNALE SILENZIOSO

Miei Cari,
ho sempre pensato che non poteva esserci altro mese, se non quello di giugno, centrale di tutto l’anno, per porci in atteggiamento di profonda adorazione dinanzi al mistero Eucaristico. Per poter conoscere il Signore, una frase arcana del Vangelo ci invita a percorrere una strada tanto ovvia quanto carica di incognite: “Lo riconobbero nello spezzare il pane”. L’uomo è fortunato se tenta di imboccare questa strada. I discepoli di Emmaus furono fortunati. Nello “spezzare il pane” riconobbero che era Lui e chi era Lui.
Mi chiedo ancora una volta, all’inizio di questo giugno eucaristico se lo “spezzare il pane” non può aprire anche i nostri occhi, infiammare il nostro cuore, proprio come i due fortunati di Emmaus. Penso che il mese eucaristico può diventare una sorta di intenzionale cammino personale verso una meta sconosciuta e attesa, dolce e esigente come tutte le cose belle e vere della vita. E il desiderio è quello di poter camminare con chi ancora spera e sa, nel profondo del suo cuore, che dopo tanti sacrifici ci attende non la mediocrità, ma la pienezza di una relazione con la vita e lo splendore, sempre ricordando che l’età non dona né autorevolezza, né saggezza e tantomeno l’intimità con Dio se non si è venduto tutto, una volta per sempre, per comprare‘“la perla preziosa”.
Bisognerebbe -scrive F. Scalia- vigilare di più dinanzi al mistero Eucaristico, per distinguere i veri tramonti dalle inarrestabili albe di giorni nuovi. Che i tempi nuovi ci costringano a nuovi discernimenti, a lasciare abitudini inveterate, non è catastrofe ma salvezza.
E Don Tonino Bello scriveva: “La città nuova dobbiamo essere noi, pietre viventi di questa costruzione, investiti come non mai della missione planetaria di annunciare la pace al nostro mondo frantumato, e farlo diventare cosmo, cioè bellezza”.
Mentre ci affrettiamo a celebrare la solennità dell’Ottavario del Corpus Domini poniamoci alcuni interrogativi: l’Eucarestia è soltanto Gesù Cristo con noi, il dolce amico depositario delle nostre confidenze, consolatore nei momenti di angoscia? Sarebbe molto riduttivo per la nostra fede e per la nostra vita, sarebbe una “povera” eucaristia, non certo il cibo dei “poveri di Jhwh”. L’Eucarestia è l’estremo tentativo di Dio di rivelarci chi è Lui; è appello silenzioso rivolto a discepoli appassionati, affinché trasformino la società in corpo di Cristo.
Se lo accogliamo, anche i nostri occhi si apriranno “allo spezzare del pane”, i nostri cuori si infiammarono e “ritorneremo in comunità”, come i due di Emmaus. Si rafforzi, miei Cari, in noi la convinzione di dover diventare uomini e donne di eucarestia, che sanno di poter incidere sul futuro della storia, che dalla decisione di spezzare il proprio corpo e offrirlo come pane revocato all’umanità dipende anche se la storia sarà il volto del Dio della tenerezza -rivelato da Gesù nell’Eucarestia- oppure il Dio mercato che accumula ingiustizie e soprusi ai danni degli ultimi della terra.
L’Eucarestia è tribunale silenzioso e proposta di vita per il nostro tempo.
Ricordiamo infine che l’adorazione eucaristica, nel senso di pia devozione, dovrebbe esulare dai nostri intenti.
Sarebbe riduttivo vedere l’adorazione eucaristica in quest’ottica di devozionismo popolare. Dev’essere invece vissuta come celebrazione e appello di un Amore incontenibile che scende tra noi nel Cristo per infrangere ogni resistenza umana e sommergere ogni male del mondo.
Viviamo così questo mese di giugno.

Cordialmente, Don Vincenzo

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21 giugno: Memoria di S. Luigi Gonzaga
La Comunità del SS. Redentore
presenta cordiali auguri onomastici al vescovo don Gino,
assicurando preghiera,vicinanza,
costante sintonia con il suo Progetto Pastorale.