È sotto gli occhi di tutti i ruvesi lo stato di degrado in cui versa, ormai da tempo, Piazza Castello, su cui si affacciano la chiesa del SS. Redentore, Palazzo Melodia, la chiesa di S. Rocco e finanche la sede della Civica Amministrazione, Palazzo Avitaja.
In più di una occasione abbiamo segnalato a chi ha il dovere di amministrare la città la necessità di intervenire per il rifacimento di una piazza che, oltre a stare a cuore ai ruvesi, rappresenta il nostro biglietto da visita, insieme allo stato del verde pubblico, del manto stradale ed alla pulizia dei luoghi, condizione, quest’ultima, che dipende per larga parte dal senso civico dei cittadini.
Per il recupero di Piazza Castello, spesso oasi per cani randagi o tela da imbrattare o foglio su cui scrivere, l’impegno non può invece che essere profuso dall’Amministrazione Comunale che, sino ad oggi, ha realizzato interventi tampone, mentre sarebbe necessario restituirle la stessa dignità che altre amministrazioni locali viciniori hanno restituito alle loro piazze. Che Ruvo stia attraversando una fase critica della sua storia civile e politica non è una novità. Non è colpa soltanto della politica o degli amministratori, beninteso, ma anche della collettività ruvese, specie se si riflette sulla lontananza della cosiddetta “società civile” dall’agone politico, per motivazioni talora giuste o giustificabili, talaltra pretestuose.
C’è bisogno di un riscatto, di imprimere una sterzata all’andazzo. È responsabilità generale ed individuale, certo, ma in primis della classe politica e di chi è stato chiamato ad amministrare il paese. Il recupero di Piazza Castello, come anche la restituzione alla città della Piscina comunale, sarebbero segnali di una svolta, della volontà di imboccare un percorso virtuoso, all’insegna delle cose concrete.
Filoteo