Alcuni sostenevano che il consumo delle droghe sarebbe diminuito se fosse stato liberalizzato, quindi depenalizzato. Altro risultato che si sarebbe raggiunto, sempre secondo questi autorevoli teorici (che oggi tacciano): sottrarre alla malavita organizzata il traffico e lo spaccio. Ma le cose sono andate diversamente, com’era logico attendersi. La strategia dei cartelli della droga è consistita e consiste nel vendere minidosi di cocaina a 8, 10 euro. Il mercato si è allargato a dismisura, anche i ragazzi possono accedervi facilmente con le loro “paghette”, e l’Italia è fra le prime nazioni in Europa per consumo di cocaina. Altra castroneria: hashish e marijuana non sono droghe, è erba che fa bene al corpo e alla mente. Lo spinello è un toccasana per il cervello. L’ho sentito ripetere da un giovane ruvese dell’età di circa trent’anni, che diceva di amare a dismisura gli animali, la natura e S. Francesco d’Assisi, ma non la Chiesa ed i preti. Amando la natura, quindi, non poteva esimersi dall’amare anche i prodotti della terra, fra cui la marijuana. Ironie a parte, è noto che il paradiso dei drogati e dei sessuomani è l’Olanda, dove però le cose stanno cambiando radicalmente. In senso positivo. In direzione della tutela della vita e del suo valore. È di qualche giorno fa la notizia, che certa stampa di sinistra ha dato con malcelato disappunto, che il governo olandese “progetta di mettere al bando hashish e marijuana e, con esse, i locali più celebri dei Paesi Bassi”. Chiudono, insomma, i cosiddetti coffee shop (ma il caffé non c’entrava niente) mentre sono stati “drasticamente” ridimensionati i quartieri a luci rosse. “Olanda 2008, lo spirito della nazione più liberale d’Europa pian piano sta svanendo”, sostiene sempre la stampa di sinistra. Spirito liberale? O spirito letale? L’Olanda viene invasa da frotte di giovani “fumatori” di spinelli. E il commercio di droghe è nelle mani della mafia marocchina, che fattura miliardi di euro sulla pelle dei giovani. Una misura, quella adottata dall’Olanda, che sconfessa apertamente i fautori di una politica “liberale” che, come tutto dimostra, più che emancipare rende schiavi e foraggia il crimine.
Salvatore Bernocco