Il 35% dei bambini italiani usa quotidianamente la rete Internet. Una navigazione rischiosa, imprevedibile. I piccoli entrano già a 7-8 anni in contatto col computer
per vedere i Dvd, per fare giochi interattivi, non certo per navigare su Internet.. Poi passano all’uso della rete per trovare siti di interesse ludico o per ricerche scolastiche.
E’ a quel punto che i pericoli di “incontri insidiosi” diventano probabili. Si richiedono controlli tecnologici, ma poiché Internet non può essere bloccato, compete alla famiglia accompagnare i ragazzi nell’uso di un mezzo molto più rischioso della tivù. Ma anche la famiglia ha bisogno di essere guidata in questo compito. Nei siti da loro gestiti, i providers debbono fornire una serie di informazioni per un uso consapevole della rete. Per esempio, debbono spiegare dove si
possono trovare filtri per impedire ai minori l’accesso a siti illeciti. Si chiama “navigazione differenziata”. Il tenore di queste considerazioni lascia l’amaro in bocca ai genitori, che per lo più ne sanno meno dei figli sulle diavolerie del computer. Morale della favola: chi ha il computer in casa ha l’obbligo morale di conoscere sempre meglio il mezzo che i figli usano.
G. S.