Tempo di AVVENTO, ovvero ESSENZIALITÀ



Miei Cari,
tra le letture e gli approfondimenti di questi giorni, mi ha segnato il concetto di “Avvento, come tempo dell’essenzialità”. Non è questo il tema e il contenuto sui quali stiamo tornando spesso in questi ultimi tempi? Difatti, l’Avvento, pur essendo un tempo liturgico breve, arricchito di solennità e memorie che hanno assunto quasi un ruolo principale, tanto da frammentare l’attesa con un senso di compiutezza, esprime nei migliori dei modi il senso del cammino credente, sottolineato più volte nella stessa quotidiana celebrazione eucaristica: nell’attesa della tua venuta.
L’Avvento non è solo attesa di ciò che deve venire, ma anche slancio verso ciò che si completerà. Avvento è slancio da non impoverire con lo scintillio delle luci, delle vetrine o dell’apparenza, dall’opulenza o dal superfluo. Per noi invece il tempo di Avvento deve farsi tempo dell’essenzialità; ce lo ricordano molto bene le figure del Battista e di Maria. Essenzialità per noi deve assumere un significato profondo: ricerca. Scrive opportunamente M. Francavilla che l’essenzialità oggi si presenta come ricerca, come gusto di ricercare ciò che è perduto, ricercare uno stile di vita confacente, una sobrietà che sottolinei il giusto valore delle cose.
Chi attende non si distrae, non sposta l’attenzione da ciò che conta. Solo così il tempo di Avvento, puntando sulla Essenzialità assumerà altri nomi: Prossimità, integrazione, sostegno,condivisione, servizio. In una parola “Incarnazione”. S.Paolo infatti afferma che Cristo ha percorso la via dell’essenzialità non solo per arrivare all’uomo, ma soprattutto per farsi “Uomo”. Noi diventeremo uomini nuovi che introdurranno la speranza nel mondo, donandola a chi non vede il domani, a chi è deluso del mondo in cui viviamo, a chi ne ha paura.
È così che voglio formulare l’augurio a tutti e a ciascuno di voi mentre ci avviamo verso il Natale di Gesù.

Cordialmente Don Vincenzo