Nessuno meglio di un marito o di una moglie, conosce l’intensità del sapore della riconciliazione dopo l’amarezza e l’angoscia di un grosso litigio, che l’ha coinvolto fino a compromettere lo stesso rapporto coniugale. Non parlo dei battibecchi, più o meno quotidiani, che caratterizzano le famiglie da quando lui e lei sono veramente due “coniugi”, uniti assieme dallo stesso legame paritario, due esseri umani con la stessa dignità di persone. Certo, non esistevano un tempo ormai lontano (ma in alcune società primitive ancora persistono!) e non ci sono mai quando uno dei due ed in genere la donna, si trovi in posizione subalterna, quasi schiavistica. In questi casi, il litigio e il conflitto esplosivo non hanno ragione di esistere perché manca chi può contraddirti. Dire che la conflittualità è una componente essenziale di ogni relazione umana, è ripete cose risapute, ma non accettate con molta convinzione: facciamo infatti una grande fatica a recepirle con serenità.
A chi di noi non dispiace se qualcuno ci contraddice?
Siamo sinceri, temiamo di perdere prestigio, soffriamo perché le nostre idee non sono apprezzate e la vita di coppia ci consente di sperimentarlo sulla nostra pelle.
Penso che se parlassimo apertamente, con altre coppie, ma soprattutto con il nostro partner, dei nostri sentimenti in ordine ai dissapori, dovuti ai “puntigli” che spesso prendiamo, a causa dei diversi punti di vista, ci ha liberamente un po’ del peso angosciante che ci assilla.
Parlo per esperienza diretta. Ho vissuto con vero tormento i momenti dei gravi contrasti, che ho avuto con mia moglie per dei motivi veramente futili. Incomincia sempre così la crisi coniugale e se ci lasciamo andare senza reagire, ci troviamo coinvolti inesorabilmente verso la china.
Potessimo confidarci con qualcuno di cui ci fidiamo veramente, senza aver paura di essere giudicati, quando sembriamo impigliati in una matassa di pensieri imbrogliata senza saperla sbrogliare e dalla quale non riusciamo a venire a capo, quanto più ci arrovelliamo il cervello.
Potessimo essere più umili con noi stessi! Fermarci un momento a riflettere con calma e “freddezza” sulla nostra vita che rischiamo di sciupare sull’altare del terribile “orgoglio”, della stupida prosopopea, della logica dell’ “ho ragione io”!
E’ così che intanto comincia ad insinuarsi il tarlo della cattiveria, del rancore così radicato che non credevamo mai di essere capaci di nutrire.
Quella, o quello, che fino a ieri era il nostro unico grande motivo di vita, di botto, si è trasformato in un nostro avversario, causa di una nostra profonda tristezza, che proviamo piacere a colpire, se non a parole, con il nostro mutismo.
E ci giochiamo così molte giornate della nostra vita; sprecandola e incupendoci sempre più fittamente.
Forse perché memori di quanto abbiamo sofferto, quando i nostri occhi si incontrano poi quasi per incanto ci sentiamo liberati dall’incubo di quel baratro in cui stavamo per precipitare e dal terrore di vedere sbriciolata la nostra famiglia in cui avevamo creduto fortemente e i nostri figli sballottati di qua e di là.
Forse per la tensione che ci ha tormentato per giorni e giorni e soprattutto durante la notte, quando sembra che i cattivi pensieri, stiano lì ad aspettarci, quasi il buio ed il silenzio notturno desse loro più ardire a manifestarsi, la gioia di ritornare fra le braccia della donna, o dell’uomo, che abbiamo scelto consapevolmente come compagno della nostra vita, ci fa dimenticare quasi di botto tutte le cose cattive, facendoci gridare al miracolo, ed amare più intensamente, ed in modo nuovo, la persona cara.
Ci sentiamo rigenerati nello spirito e nel corpo, e anche gli amplessi amorosi sono più dolci e più espressivi; diventiamo, marito e moglie, un’entità unica e rigenerata. Soprattutto rafforziamo il desiderio di guardare alto, di non dimenticare che Dio non ci abbandona, solo che noi lo vogliamo.
Pensando al vero senso del matrimonio cristiano, ci accorgiamo che la vita ricomincerà con nuova lena e rivedremo il mondo ed il cielo cosi come sono, con le ombre ma anche con la luce che è tanta e sarà tanto più luminosa quanto più vogliamo aprire gli occhi per vederla. Io credo di aver sperimentato la gioia della riconciliazione.
Luigi Stancati