Lungi da noi fare del moralismo. La fede va al di là dei moralismi, spesso di facciata, valevoli per gli uni e non per gli altri. Né va dimenticato che bisogna odiare il peccato e mai il peccatore, perché peccatori lo siamo tutti, ognuno di noi ha i suoi scheletri nell’armadio dell’anima. Tutti abbiamo bisogno della misericordia e della grazia del Padre, di essere rigenerati a nuova vita, di convertirci a stili di vita più aderenti a quello evangelico. Quindi niente ipocrisie e perbenismi. L’uomo è fragile e fallibile. Le ultime vicende scandalose che hanno riguardato l’ex presidente della Regione Lazio Marrazzo hanno suscitato scalpore e non pochi commenti salaci. La notizia terrà banco per qualche tempo ancora, nelle more di qualche altro scandalo all’italiana. Ma lo squallore del fatto, dei luoghi, dei personaggi, però, non deve indurci ad ergerci a giudici di persone e situazioni di cui sappiamo poco o nulla, o meglio soltanto quello che viene pubblicato dai giornali o di cui parla la televisione. Spesso queste tristi vicende nascondono retroscena inconfessabili e, forse, battaglie politiche condotte su altri piani. Uno di questi consiste nella demolizione della persona: se non puoi colpirne gli atti pubblici, devi tentare di sferrare il colpo mortale e di metterla fuori gioco pescando nel torbido, nella sua vita privata, anteriore o attuale. Scava e qualcosa di certo troverai, fosse anche un neo o un piccolo vizio. Nel caso Marrazzo c’è questo ed altro. C’è un cocktail di ricatti e di intrecci oscuri, di soffiate e di vizi privati, di gossip e di favori trasversali. C’è soprattutto la verità di un episodio che, al di là di ogni altra considerazione, lascia sconcertato chi ritiene che la politica debba essere fatta da uomini e donne al di sopra di ogni sospetto, moralmente sane ed affidabili, dedite al bene comune piuttosto che al vizio privato. Per chi fa politica il privato costituisce una dimensione molto risicata.
L’uomo politico è sempre sotto i riflettori, e le sue vicende personali ne condizionano il giudizio pubblico. È inevitabile ed è giusto che sia così. Uomini come Alcide De Gasperi, come Amintore Fanfani, come Aldo Moro, come Berlinguer, come Almirante e Giorgio La Pira ebbero una condotta privata esemplare. Non erano ricattabili. Non andavano a festini e non si circondavano di donzelle scollacciate in cerca di notorietà. Non sniffavano cocaina e si occupavano seriamente del bene comune, sebbene da posizioni ed orientamenti politici differenti. Mi si dirà che i tempi sono cambiati, che gli uomini non sono più quelli di una volta. È vero, è incontestabile che siano cambiati, ma è anche vero che ci sono uomini e donne che credono in determinati valori umani e cristiani e che si battono per una società più giusta. Guardiamo a costoro, lasciando a chi ha sbagliato la possibilità di redimersi, ma lontano dalla politica.
Salvatore Bernocco