Caro direttore, avrei fatto volentieri a meno, mi creda, di scriverle queste righe.
Purtroppo, però, noto, con disappunto e amarezza, che la campagna elettorale si avvale di affermazioni e di “testimonianze” che rendono patetico e non degno di credibilità il tentativo di accaparrarsi il voto cattolico.
Sono un consigliere provinciale di terra di Bari. Ma parlo da amico e medico personale di mons. Antonio Bello, grande figura di vescovo, che dà lustro alla Chiesa ed è fonte di ispirazione per tutti coloro che, come lui, vogliono inerpicarsi sui terreni impervi della pace ispirandosi al Vangelo della carità e della gioia. Il suo nome viene però invocato a testimonial di un’appartenenza e di un credo politico-religioso che dovrebbero godere di ben altre conferme.
Io ho accettato la candidatura alla Provincia a patto che nessuno facesse menzione dello stretto legame di amicizia intercorso tra me e don Tonino, pena il mio immediato ritiro.
Non ho la pretesa che i “figliocci”, che spuntano come funghi in periodo elettorale, adottino lo stesso comportamento. Ma il rispettoso silenzio, questo sì, lo posso esigere!
Tra le mie braccia è spirato il grande Vescovo della carità e della pace guardando, per l’ultima volta, il dolce volto della Madonna delle Grazie di Ruvo di Puglia. Chiunque voglia trovare conforto e serenità di animo vada a trovarlo, si inginocchi sulla sua tomba e si immerga nella preghiera che, per un credente vero come don Tonino, è l’unico tramite tra Dio e la coscienza dell’uomo.
Dott. Domenico Cives
dalla Gazzetta del Mezzogiorno