Desidero rivolgere poche quanto affettuose parole al sacerdote ed amico Don Vincenzo Pellegrini, anche a nome della Comunità, di cui spero di interpretare i sentimenti.
Collaboro con lui da più di vent’anni, ma vi assicuro che tutto questo tempo non mi ha reso un adulatore. L’amicizia non mi fa velo. Dalla prospettiva del mensile parrocchiale “Fermento” mi si è svelata la personalità, il carattere di un uomo che ama il Cristo e la sua Chiesa, che ama la sua vocazione, che ama comunicare e sorridere, anche nei momenti difficili. Non l’ho mai sentito dolersi. Come amico, prima che come collaboratore, ne ho colto talvolta le stanchezze di uomo, la delusione, la sofferenza per una incomprensione, ma mai ho udito uscire dalle sue labbra parole che rompessero la comunione fra gli uomini ed i confratelli.
Il sacerdozio è questo, in fondo: promuovere la comunione e la pace fra gli uomini ad ogni costo, senza mai cedere allo scoraggiamento, attendendo il tempo giusto per la semina e il raccolto. I frutti si colgono sempre, prima o dopo, e spesso sono invisibili agli occhi ma percepibili dal cuore.
All’imbocco del suo parrocato vi è la stupenda figura del Servo di Dio mons.Antonio Bello, con cui Don Vincenzo e questa Comunità ebbero ottimi e cordiali rapporti. Non poteva esserci miglior viatico ad una missione che si è snodata per 25 anni all’insegna del servizio e dell’impegno quotidiano, e a cui non è mancata una dose cospicua di passione per l’arte sacra custodita nel grembo fertile della nostra città, spesse volte ingiustamente criticata dagli stessi ruvesi, forse per eccesso di amore. Don Vincenzo ha reso anche un servizio culturale al nostro paese con i suoi testi sulla Cattedrale, ad esempio, o sull’arte sacra, che hanno riscosso molto interesse ed apprezzamento. Io desidero ricordare il testo “Miei Cari” del 1994 che raccoglie le sue lettere mensili alla Comunità apparse su Fermento, il suo dialogo incessante con i fedeli. In quell’incipit vi è il mondo di Don Vincenzo, un affetto sincero per la sua gente, la sua reale dimensione di uomo e di parroco, tutta centrata sulla promozione del bene, del buono e del bello.
Caro Don Vincenzo, ti ringrazio per quanto hai fatto per questa Comunità e per la città. Colgo l’occasione per ringraziarti pubblicamente per avermi chiamato tanti anni fa a collaborare con te nel laboratorio di “Fermento”, dandomi la possibilità di crescere e confrontarmi con molte idee e progetti.
Speriamo di percorrere insieme a te, in spirito di fraterna collaborazione, di amicizia e di affetto, ancora un lungo cammino. Un cammino fertile, che sappia di umanità e di valori, con la stessa fedeltà alla tradizione e al Concilio Vaticano II che hai dimostrato in questi anni.
Auguri di ogni bene e di buon lavoro.