Mai avrei pensato di veder luccicare tanti occhi mentre veniva proiettato un dvd sulle processioni della settimana santa di Ruvo. L’occasione è stata offerta dalla richiesta della Direzione del Museo Diocesano di Milano a voler prestare l’ormai famoso gruppo della Deposizione, conosciuto come “Otto Santi” da esporre tra le sculture in cartapesta dal ‘500 al ‘900. L’esperienza è stata oltremodo carica di emozioni per il convenire di tantissimi emigrati ruvesi che si son dati appuntamento presso la Basilica di Sant’Eustorgio in Milano.
Con il super impegno dell’Amministrazione della Confraternita di S. Rocco con a capo il Priore Cosimo Damiano Caldarola, gli “Otto Santi” che erano arrivati nella capitale del nord l’11 genniao scorso, hanno fatto bella mostra tra una cinquantina di opere esposte. Non è per nulla questione di campanile, né saremmo veritieri se non affermassimo che il “pezzo più gettonato” a dire delle guide, dei responsabili del museo e di chi ha vissuto fortemente l’evento, è stato proprio la scultura ruvese. Sabato 23 febbraio infatti, ruvesi provenienti da ogni dove(anche da Novara, Torino, Venezia, oltre che da l’intherland milanese) si sono incontrati per un vero e proprio convegno culturale-spirituale, dati i temi trattati e gli studiosi che li hanno affrontati.
Primo fra tutti il prof. Biscottini, direttore del Museo milanese; ma anche gli interventi dell’avv.Agostino Picicco e del cav. Dino Abbascià responsabile e presidente dell’Associazione regionale Pugliesi, del dott. Domenico Montalto critico d’arte e giornalista del quotidiano “Avvenire”, del prof. Carlo Previtali, del dott. Antonio Cassiano direttore del Museo Provinciale “Castomediano” di Lecce, dell’arch. Giuseppe Caldarola e dell’ass. Salvatore Lovino in rappresentanza del sindaco di Ruvo.
Un intervento accorato è stato quello di mons.Vincenzo Pellegrini parroco del Redentore e rettore della Chiesa di S. Rocco. Dopo aver portato il saluto del vescovo diocesano mons. Martella impedito per la visita pastorale in corso, ha esordito affermando che – riferendo il pensiero del compianto mons.Tonino Bello – reticolati di comunione come questi vanno sempre più consolidati e rinsaldati; che questi “segni della fede” come una rappresentazione scultorea della passione del Redentore, sia pur definiti “arte povera” non sono afffatto da espungere come negli anni ’50 aveva ordinato l’allora arcivecovo di Otranto mons. Cuccarollo proveniente
dal nord, per far spazio alla fredda arte lignea di Ortisei.
Anche un po’ di farina e un po’ di pane - ha aggiunto – mons. Pellegrini sono stati assunti da Cristo per rinnovare e attuare la sua presenza nella comunità ecclesiale. Ha fatto poi riferimento alla numerosa produzione di manufatti leccesi e di maestri, forse superiore allo stesso Raffaele Caretta, scultore degli “Otto Santi” nel 1920. E ha citato Giuseppe Manzo, il De Pascalis, Guacci o Carmelo Bruno le cui statue abbelliscono e comunque alimentano beneficamente la pietà popolare ruvese. Momento culminante del convenire dei tantissimi ruvesi presenti è stata l’offerta di pubblicazioni e prodotti tipici di Ruvo, ma soprattutto la proiezione del dvd sulla settimana santa ruvese presentata dal vescovo mons. Martella e prodotto da Biagio Stragapede.
L’incedere mesto e orante dei fedeli e portatori dei vari gruppi statuari, la scena del Cristo condotto al sepolcro hanno commosso gli astanti che hanno ricordato gli anni lontani di quando con le valigie stracariche più di tristezza che di oggetti personali, salivano verso il nord alla ricerca di lavoro. Lo scambio poi di ricordi e i momenti di convivialità, l’incontro tra parenti, hanno rinsaldato non poco i vincoli della comune appartenenza alle radici di fede che, di certo, non si è affievolita anche nella vita convulsa della metropoli lombarda. Alla prossima, si è detto; mentre il parroco mons. Pellegrini si è detto lieto di poter accogliere tutti tra breve in Ruvo per i riti della settimana santa ormai vicini.
S.B.
Foto: Momenti di incontro con alcuni ruvesi residenti in Milano (23 Febbario 2008)